Giovedì muro contro muro “in nome” delle foibe. I morti forse non vorrebbero così

 

Giovedì sera in centro storico andrà in scena l’ennesima rappresentazione del fascismo e dell’antifascismo. Da una parte gli attivisti di “Fiamma futura” (evoluzione di Veneto fronte skinheads) e di “Casa Pound” (destra molto destra e molto sociale), che commemoreranno le vittime delle foibe. Dall’altra i soliti noti del centro sociale Pedro e simili che hanno annunciato oggi di voler impedire ai cosiddetti fascisti di manifestare in città. Come da copione ci saranno a vigilare sull’evento polizia e carabinieri, centro pedonale bloccato per delle ore, poi due o tre cariche di alleggerimento della polizia, e se tutto va bene finisce lì, con lo strascico il giorno dopo di aperture sulle pagine dei giornali locali, servizi ui tv e via mediatizzando. Apparirà come al solito che da una parte ci sono i buoni, dall’altra ci sono i cattivi. Io non so chi sono i buoni e i cattivi, però so che in mezzo ci rimangono, calpestati, oltraggiati e strumentalizzati uegli italiani che hanno finito la loro vita in fondo ad un buco. Gettati lì dentro una volta su due da vivi. Credo che abbiano il diritto di riposare in pace, e se avessero una tomba vi si rivolterebbero, nauseati dal fatto che giovani che hanno la stessa età di uando loro vennero assassinati, gridino ancora l’uno contro l’altro rigurgiti modernizzati delle ideologie che hanno sconvolto l’Europa. Credo anche che Padova come tutte le altre città che hanno pagato un prezzo altissimo alla violenza politica, abbia il diritto di non vedersi blindate le strade ogni volta che tira aria di elezioni. Dovrò esserci anch’io giovedì in piazza. Sono stufo di dover sempre scrivere delle stesse persone che gridano gli stessi slogan e che lanciano i soliti insensati assalti ai poliziotti che li manganellano quel tanto che basta per finire in prima pagina sui giornali. Non vorrei più o meno manganellate o più o meno arresti e scarcerazioni. Vorrei che per una volta noi dei giornali, delle tv, avessimo il coraggio di scrivere che si butta via un pomeriggio in nome dell’odio, della revisione storica, di una politica estremistica tutta arrotolata verso il passato, capace solo con il fascino perverso della violenza di farsi immortalare dai media. E mi piacerebbe che un giorno provassimo a non andare a queste rievocazioni in costume, chi da comunista chi da fascista  degli anni più bui della nostra democrazia, quelli che Sergio Zavoli chiamò la “Notte della Repubblica”. Non succederà. Ed allora saremo lì tutti, giornalisti, fotografi ed operatori. Ad aspettare le manganellate, sperando che nessuno si faccia male

Alberto Gottardo

La foto si riferisce agli scontri tra attivisti del centro sociale Pedro e polizia durante una commemorazione delle vittime delle foibe, due anni fa, organizzata da Forza Nuova

Clicca qui per vedere il video con le cariche quel giorno

Qui l’appello di Max Gallob ad “impedire che i fascisti escano dalle loro fogne”