Dentisti all’estero e protesi straniere? Non è sempre un affare

 

I dentisti di Andi chiedono il sequestro dei denti provenienti da una lista di paesi che non danno certezza sulla sicurezza e sulla composizione del prodotto. “Una parte dei denti di protesi che stanno nella bocca dei pazienti – spiega il presidente padovano di Andi (associazione nazionale dentisti italiani) Massimo Rigato – e   soprattutto quelli venduti a prezzi stracciati ad ignari pazienti captati da pubblicità ingannevoli, vengono fabbricati all’estero. Questo non rappresenterebbe di per sé un problema, se non fosse per il fatto che in molti casi non c’è alcuna sicurezza né sulla reale composizione né sul metodo di lavorazione. Per questo chiediamo il blocco delle importazioni di questi prodotti provenienti prevalentemente da Cina, Marocco, India, Madagascar e comunque da tutti quei paesi dove la qualità del materiale non è certificata”.  L’associazione, quindi, ha stilato un elenco dei paesi “sotto osservazione” ed annuncia la firma, che avverrà a breve, di un accordo con gli odontotecnici per garantire la qualità delle componenti utilizzati dai dentisti associati. “Andi Veneto firmerà a breve un accordo ad hoc con gli odontotecnici di Confartigianato, indignati per questo andamento che danneggia anche il loro lavoro, che garantirà al 100% la qualità dei componenti che utilizzano i dentisti nostri associati e che andrà a rafforzare ulteriormente gli standard di qualità già adottati”,  spiega il  presidente di Andi Veneto Luca Dal Carlo. Nel merito, l’accordo prevede la garanzia sulla qualità nell’ambito di tutto il ciclo di produzione. “Indicheremo il luogo di fabbricazione di tutti i componenti dei nostri lavori protesici – spiega  Enrico Tolio Presidente Veneto della federazione nazionale degli odonototecnici italiani (Fenaodi) di Confartigianato- colmando così, volontariamente con i soci di Andi Veneto, il gap normativo che ancora oggi, nel nostro Paese, impedisce ai pazienti non solo di conoscere chi ha fabbricato il prodotto che gli viene installato ma soprattutto di avere la certezza che il prodotto è stato realizzato da un’impresa che è iscritta come fabbricante al ministero della salute e di avere la garanzia che il prodotto è stato realizzato e controllato durante tutto il suo ciclo di produzione. E’ inutile nascondere che, soprattutto nei centri e laboratori low cost, l’abbattimento dei prezzi praticato può nascondere l’utilizzo di semilavorati pericolosi. Come ad esempio si è recentemente scoperto in Francia dove sono state sequestrate protesi importate contenenti piombo ed altri materiali tossici. Delocalizzare per risparmiare sui costi di produzione –conclude Tolio-, può essere considerato legittimo dal punto di vista industriale, ma non può e non deve essere tollerato nel campo di dispositivi medici ed in particolare per quelli su misura dove la protesi, ognuna diversa dall’altra per materiali e metodi di produzione, non è controllabile con ispezioni a campione come nel caso dei prodotti di serie”. Le realtà odontoiatriche  che praticano cure dentarie a prezzi talmente bassi da destare sospetto sono finite nel mirino della recente campagna informativa di Andi Veneto condotta in tutti i capoluoghi della regione. “Queste sono le tipologie di strutture che hanno dato scandalo nel milanese dove  i proprietari sono scappati con i soldi delle fatture già pagate dai pazienti  lasciando  a metà i lavori già iniziati e truffando migliaia di persone. Situazioni che è ben difficile che si presentino nei tanti studi dei nostri associati che hanno fatto della serietà e della continuità assistenziale una bandiera. Stiamo valutando di costituirci parte civile nei procedimenti contro i centri – sottolinea Dal Carlo – che con il loro comportamento scorretto arrecano danni ai pazienti ed all’immagine della nostra professione.” I rischi connessi all’utilizzo da parte dei centri low cost di denti, ponti e corone di scarsa qualità sono stati al centro di un convegno internazionale che si è tenuto a Parigi.  “E’ emerso, tra l’altro che il certificato di garanzia rilasciato dai fabbricanti cinesi può essere facilmente falsificato ed  è di fatto impossibile esaminare la composizione esatta di un dente”, conclude Dal Carlo.