Gli “attimi” di Capovilla in mostra a Limena

 

È uno dei più noti fotografi dell’area padovana, ma finora – anche per un tratto di riservatezza che appartiene alla sua personalità umana e artistica – non aveva mai proposto al pubblico padovano le sue immagini. Ora però anche per Franco Capovilla, 61 anni, padovano purosangue, è giunto il momento di proporre una sua personale che riserverà non poche sorprese. La mostra all’Oratorio della Barchessa di Limena è un percorso fotografico di una cinquantina di fotografie: la prevalenza è il bianco e nero. Le fotografie sono state sviluppate sia con il metodo tradizionale che digitale su una serie di soggetti diversi. Gli scatti fotografici risalgono ai concerti di musica Jazz della fine anni settanta/inizi anni ottanta fino agli spettacoli di danza dei giorni nostri. I soggetti preferiti sono quindi le persone ritratte in situazioni particolari ma anche catturate nella quotidianità. Il messaggio che si coglie potrebbe essere interpretato così: “Se la foto riesce a trasmettere un’emozione si ritiene sia valida, non interessa l’estetismo, ma il contenuto.” Significativamente perciò la mostra si intitola, nel modo più spiazzante, FOTOGRAFIE, perché a Capovilla può ben essere attribuita una frase di Ugo Mulas, uno dei suoi riferimenti artistici più evidenti: «E il momento decisivo deve essere nella tua testa, devi vederlo prima che accada. I tuoi occhi guardano, parlano al tuo cervello e il tuo cervello dice al dito di fare clic; devi avere ben presente che non stai solo facendo una fotografia, stai “registrando un evento”». E così tutte le fotografie di Capovilla in realtà con la sua tecnica, eminentemente artigianale nonostante le tecnologie digitali, raccontano della sua disposizione che lo porta a mettersi umilmente di fronte agli eventi non sovrapponendo nulla, restituendoceli così nella loro immediatezza. Nessuna aggiunta estetizzante, solo fotografie, appunto. Che però ci restituiscono la verità di un evento.