Governo Renzi: le quattro priorita’ del rettore Zaccaria

 

Risolvere «le emergenze» che affliggono il sistema universitario italiano. Farlo in fretta, tenendo l’Università come argomento prioritario nell’operato del Governo. Con una data sullo sfondo: il 31 marzo 2014, termine fissato dal Governo uscente di Enrico Letta per la composizione del nuovo modello di distribuzione delle risorse per la ricerca. Un modello «premiale», che rispecchi i risultati della Valutazione sulla Qualità della Ricerca, che vede l’Ateneo Patavino al primo posto a livello nazionale.
«Auguro al nuovo Governo di Matteo Renzi e a tutti i suoi ministri buon lavoro – afferma Giuseppe Zaccaria, Magnifico Rettore dell’Università di Padova – e spero che il nuovo ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini riesca a rispettare i tempi prefissati per la riforma della distribuzione delle risorse. Già troppo tempo è stato perduto, c’è un assoluto bisogno di fatti che vadano a sostituire le parole, le promesse. Auspico che lo spirito “decisionista” del nuovo Premier possa finalmente portare risultati concreti, superando quegli assurdi vincoli burocratici di origine ministeriale che spesso bloccano l’azione delle migliori università».

Il Magnifico Rettore fa sue anche le richieste che la CRUI, Conferenza dei Rettori dell’Università Italiane della cui Giunta Zaccaria fa parte, ha lanciato al Premier incaricato sotto forma di appello in 4 punti. «Azioni che non sono più rinviabili e che di fatto costituiscono delle emergenze sulle quali bisogna intervenire senza indugi» spiega Zaccaria.

Ecco il testo dell’appello:
1. Negli ultimi 5 anni abbiamo perso 10.000 ricercatori; sono rimasti fuori dall’Università per il continuo blocco del turn over. Serve un Piano straordinario per i giovani migliori: diamo loro un’opportunità, altrimenti serviranno altri Paesi.

2. Il diritto allo studio è insufficiente. 1 giovane su 4 non può studiare all’Università per censo, anche se ne ha diritto. Non è giusto, occorre ripristinare il diritto allo studio previsto dalla Costituzione.

3. Il Paese non cresce se non si rafforza l’alleanza tra formazione e mondo del lavoro in tutte le aree. Servono politiche che attraverso azioni di defiscalizzazione incentivino un rapporto più stretto tra Università e Imprese.

4. Siamo travolti da un delirio normativo senza logica che impedisce ogni movimento e una nuova progettualità. Occorre semplificare e dare più libertà alle Università di competere, ovviamente nel rispetto rigoroso della sostenibilità finanziaria e della ricca e differenziata identità e pluralità scientifica e culturale degli Atenei del nostro Paese.