Il nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici spiegato dal presidente di sezione della Confindustria Padova Mario Ravagnan

 

«Un primo e importantissimo passo verso una nuova, indifferibile cultura delle relazioni industriali, fatto insieme a Federmeccanica e a tutto il sindacato (non accadeva dal 2008), al termine di un negoziato lungo e complesso ma condotto con paziente responsabilità, di cui va dato atto a tutti i protagonisti. E un buon segnale di fiducia, prima di tutto a lavoratori e imprese, in una fase ancora incerta ma con leve di rilancio che possiamo attivare solo insieme, senza divisioni e con interessi coincidenti. Questa intesa conferma il ruolo di garanzia normativa e salariale del Contratto Nazionale, ma spinge sui contratti aziendali collegando in modo forte aumenti salariali e produttività, riconosce l’inflazione ex-post anno su anno e soprattutto introduce per la prima volta il welfare e il diritto soggettivo alla formazione per tutti i lavoratori, con maggiore impegno da parte delle aziende. Una soluzione equilibrata a esigenze delle imprese e bisogni dei lavoratori. Per noi è un investimento responsabile sulle persone e la migliore premessa per quel “patto sulla produttività” che abbiamo anche proposto ai sindacati dalle Assise di Confindustria Padova, Treviso e Vicenza. Ora possiamo guardare con più determinazione al confronto sul nuovo modello contrattuale. Noi metalmeccanici abbiamo dato una prova facendo il contratto, il Governo acceleri su riduzione del cuneo fiscale su lavoro e imprese e crescita dimensionale delle aziende».
Così il presidente della Sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova, Mario Ravagnan sull’ipotesi di accordo per il rinnovamento del Contratto Collettivo di Lavoro 2016-2019 dei metalmeccanici e degli installatori di impianti, sottoscritta il 26 novembre a Roma da Federmeccanica e Assistal, Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil. Un’ipotesi di accordo che in provincia di Padova riguarda circa 5.150 imprese e 48mila lavoratori dell’industria metalmeccanica, pari al 20,6 per cento degli addetti del Veneto.

DI SEGUITO ALCUNI DEGLI ASPETTI QUALIFICANTI DEL NUOVO CCNL

• Durata del contratto 4 anni: 2016-2019.
• A partire dal 2017 riconoscimento dell’inflazione ex post anno su anno e non più ex ante, evitando così in futuro ogni possibile scostamento tra inflazione prevista e quella reale, come quello verificatosi nel triennio 2013-2015, per effetto del quale non sono stati previsti incrementi retributivi nel 2016 a parziale compensazione.
• Gli incrementi retributivi decorreranno dal mese di giugno di ciascun anno e non da gennaio come previsto dal sistema precedente.
• Verranno garantiti i minimi contrattuali che saranno la base di calcolo alla quale applicare gli adeguamenti retributivi, superando in tal modo il valore punto e ogni forma di retribuzione convenzionale.
• Assorbimento degli incrementi retributivi individuali riconosciuti dal gennaio 2017 e degli elementi fissi collettivi della retribuzione eventualmente previsti dalla contrattazione aziendale successivamente a tale data con esclusione degli elementi retributivi legati alla prestazione (straordinari, notturno, etc.).
• I premi di risultato aziendali saranno totalmente variabili.
• Riconoscimento dell’assistenza sanitaria integrativa gratuita a tutti i dipendenti ed ai loro familiari (anche conviventi di fatto) a partire da ottobre 2017.
• Rafforzamento della previdenza complementare portando il contributo aziendale al fondo Cometa dall’1.6% al 2% della retribuzione a far data dal giugno 2017.
• Corresponsione a titolo di una-tantum di 80 euro lordi, con la retribuzione del mese di marzo 2017.
• Introduzione del welfare aziendale: 100 euro a partire dal giugno 2017, 150 euro a partire dal giugno 2018 e 200 euro a partire dal giugno 2019.
• Diritto soggettivo alla formazione per 24 ore di cui 2/3 a carico delle Aziende nel triennio 2017-2019 per i lavoratori non coinvolti in piani di formazione, con un contributo aziendale fino ad un massimo di 300 euro. Modernizzazione e razionalizzazione del diritto allo studio funzionale all’accrescimento culturale dei collaboratori.
• Previsione di forme innovative di partecipazione sulla sicurezza sul lavoro anche attraverso il coinvolgimento dei dipendenti in un’ottica di prevenzione.
• Affermazione della centralità delle politiche attive e valutazioni di possibili azioni comuni per l’occupabilità.
• Semplificazione e miglioramento di importanti parti normative rispondendo ai bisogni dei lavoratori ed alle esigenze organizzative delle imprese (legge 104, congedi parentali, permessi retribuiti, orario di lavoro, trasferte e trasferimenti).
• Avvio di un percorso sperimentale sull’inquadramento finalizzato all’adeguamento del sistema classificatorio con i cambiamenti del lavoro legati anche alla quarta rivoluzione industriale.