In consiglio comunale a Padova, il vuoto dopo il Nobel. Liberate da sto strazio almeno Massimo Carraro

 

Non vado spesso in consiglio comunale. Ci sono stato ieri sera e da quello che ho visto e sentito, a costo di sembrare presuntuoso e antipatico dico: per fortuna che l’Ansa non mi fa seguire il consiglio comunale. Perchè altrimenti rischierei di amare meno il mio lavoro. E sì che la seduta era iniziata in maniera promettente: ospite era Adolfo Pérez Esquivél, premio Nobel per la Pace dopo aver subito pesanti persecuzioni da parte del regime della dittatura militare post peronista.
Dopo la bella cerimonia di consegna del sigillo della città, il vuoto. O quasi. Questioni che forse si potrebbero risolvere con pochi minuti di discussione si protraggono per ore. E’ la democrazia, mi dicono. Certo se questa è la democrazia, ringrazio Dio di non aver scelto di fare della politica il mio mestiere. Non avrei retto a tanta noia.

Primo protagonista (tragicomicamente in positivo) Massimo Carraro: imprenditore che ha lanciato la Morellato sulla scena globale, ha 800 stipendi da pagare ogni fine del mese, e ieri sera era costretto a rimanere in Consiglio comunale dove il tema più politicamente elevato era un campo da calcio in quartiere Palestro. Tenendo sotto controllo l’andamento dei lavori, ha lavorato col telefonino tra mail e telefonate. L’ho sentito discutere di strategie in Canada e Nord America per la sua azienda mentre nella sala della Giunta riecheggiavano le interrogazioni dei consiglieri comunali sugli attraversamenti pedonali in piazzale della Stazione e la concessione di una oscura sala di quartiere ad una associazione a me sconosciuta. Credo che chi ha chiesto a Massimo Carraro di candidarsi, dopo averlo per la verità ben ricompensato con una esperienza al parlamento europeo ed una meno fortunata in Consiglio regionale, potrebbe liberarlo dalle incombenze di presenza in Consiglio comunale. I colleghi più addentro di me alle logiche del Consiglio comunale mi dicono che no, non si può, perchè in consiglio comunale arriverebbe un Renziano. Evidentemente il comizio in piazza delle Erbe del sindaco di Firenze non è bastato a far deporre del tutto le armi tra le due fazioni interne al Pd. Peccato, sembra che Massimo Carraro dovrà passare altri lunedì sera terrificanti come quello di ieri.

Secondo protagonista Mario Venuleo (ma anche Luca Littamè): Mario è un mio amico, Luca è stato mio compagno di studi ad Economia. Di entrambi ho stima. E vederli appiattiti sulle posizioni degli exrtraparlamentari del Gramigna fa dispiacere perchè in nome di vecchi schemi dell’opposizione a tutti i costi, hanno sposato la posizione del “Quadrato meticcio” che già dal nome dà l’idea di che cosa si stesse discutendo l’altra sera. Poi da Luca Littamè speravo un po’ di memoria in più: ha detto che il contratto di quartiere è fallito, che il progetto

faceva acqua da tutte le parti. Mi pare di ricordare che quando quel progetto venne ideato e poi attuato l’Ater fosse presieduta da Andrea Drago, quota Alleanza nazionale ed assessore alla Casa fosse Giorgio castellani, esponente sciarpato anche a luglio e biancochiomato della Giunta Destro a cui partecipava anche la Lega Nord. Ed allora forse che a lamentarsi di quel progetto sia un esponente della Lega Nord farebbe anche un po’ sorridere. Se di mezzo non ci fosse il tempo di tante persone di buona volontà che si impegnano in politica per passione, e poi sono costretti a dibattere del nulla per delle ore. Ai colleghi che il consiglio comunale se lo sorbiscono da anniva tutta la mia solidarietà. Pensare che lo streaming di uno spettacolo del genere, che fa apparire il cricket avvincente quanto il Gran premio di Montecarlo, costa 9000 euro l’anno, fa un po’ meno sorridere. Quanta gente si sarà connessa ieri sera? Ne valeva la pena (premio Nobel a parte)?

Alberto Gottardo