Jacopo Silva e gli altri padovani a Caana

 

Come da consuetudine opitiamo con enorme piacere un altro diario della giornata in Terrasanta da parte del presidente dei giovani industriali Jacopo Silva.
A Caana c’è un santuario dedicato al celebre miracolo di Gesù, la trasformazione dell’acqua in vino durante un banchetto per un matrimonio.
L’affresco di Giotto che racconta questo miracolo nella Cappella degli Scrovegni è uno dei più famosi.
Qui tradizionalmente gli sposi possono celebrare un breve rito suggestivo, per rinnovare la promessa reciproca di amore e fedeltà.
In tanti tra noi partecipano a questa liturgia, è bello vedere coppie consolidate da trenta anni che si amano e si confermano con tenerezza.
Ieri sera in albergo ci aspettavano gli operatori del TG Rai per intervistare Bersani sulla guerra a Gaza.
Questa mattina iniziamo la giornata incontrando il sindaco di Nazareth, un cattolico, di famiglia araba. È visibilmente turbato, le notizie da Gaza sono tragiche. Ma è anche orgoglioso della sua città, in lingua ebraica e in arabo la parola “cristiani” è letteralmente “nazareni” ovvero i seguaci di colui che predicava a Nazareth. Questa città è quindi il centro del Cristianesimo.
Zanonato, Casarin e la Boselli gli presentano Padova e Giotto e con Milanesi l’Università. Giotto a Padova ha raccontato i miracoli di questa terra e le nostre autorità propongono al sindaco un gemellaggio tra Padova e Nazareth. Arriva anche la buona notizia che al porto hanno finalmente fatto transitare la grande riproduzione della Cappella Scrovegni, tra pochi giorni finalmente sarà qui.
Poi al santuario della Madonna, c’è silenzio e raccoglimento, ben diverso dal Sepolcro.
Dopo pranzo passiamo ancora al lago di Tiberiade, dall’alto si vede l’acqua calma e piatta, le colline verdi e coltivate. Contempli il bello, la natura è stata generosa quaggiù, ma non puoi dimenticare che poco distante c’è l’apocalisse.
Il sindaco di Vicenza Variati conversa con tutti, vuole conoscere gli altri viaggiatori, si siede ogni volta a tavola con persone diverse.
Porterei volentieri a casa una gran quantità di Borma, forse si scrive così, un dolce locale squisito, fatto di miele, mandorle, pistacchi e pasta sfoglia.
È già buio quando arriviamo dai Francescani di Cafarnao per portare un escavatore in dono, servirà per i lavori di costruzione e manutenzione qui. Graziano è schivo come sempre e non vuole aggiungere parole al dono generoso, così i frati ricevono il mezzo e fanno subito un piccolo giro di prova. Impossibile spiegare la gioia nei loro sorrisi, frati italiani, africani, coreani, già immaginano quante cose potranno fare.
Anche da noi viene spesso data una benedizione alle cose, con acqua santa, nelle occasioni più solenni. Il segno della croce, una preghiera, vola l’acqua sulla gente e via. Oggi invece un giovane frate africano sorprende tutti e immerge nell’acqua un bellissimo mazzo di fiori e poi lo usa con movimenti veloci e delicati per distribuire la benedizione. Ma in modo inusuale passa con pazienza tutto il nuovo veicolo, benedice la benna, gli ingranaggi, le ruote alte, il volante, poi dietro, torna davanti, la pala. Prega, sorride e gira intorno al regalo così importante appena ricevuto. Non si ferma più, vuole benedire tutto con occhi che ridono, è felice. Poi parte un grande applauso, la sua felicità diventa di tutti.
Nel giorno più nero dall’inizio della guerra è questa l’immagine che voglio portare con me.
Qui il diario della giornata precedente