Jacopo Silva racconta il “suo” Obama

 

Quando avremo Obama in Europa? Quando verrà a visitare l’Italia, e magari proprio il Veneto?

Ieri sera a Milano ho vissuto una serata speciale. Ospite del Consolato USA, ho atteso i risultati elettorali per tutta la notte assieme a molti cittadini americani residenti in Italia. Una versione in miniatura del grande count-down elettorale laggiù, negli States. I dati che via via arrivavano, confermavano la vittoria sempre più netta di Barack Obama. È stata una veglia molto appassionata. Gli ospiti statunitensi erano quasi tutti sostenitori appassionati di Obama e aspettavano con impazienza la sua vittoria. Ho visto grande amore per il proprio paese, forte orgoglio per la democrazia vera. Sono stato doppiamente fortunato perché ho potuto osservare da vicino anche l’esemplare di una fan di MacCain (una sola – non ce ne sono molti in giro). 23 anni portati come fossero 60, occhio spento, capello scialbo. Tailleur grigio, parole grigie, pensieri grigi (sesso grigio? – Non potevo fare a meno di pensarci, portava il famoso braccialetto…). Non so se il suo grigiore dipendesse dalla trasferta milanese, non credo. In ogni caso, dopo un grigio scambio di battute, mi sono defilato per immergermi nell’America che tutti amiamo e conosciamo e che da ieri sera con Obama si è ripresa il posto che merita. Perché il mondo è così affascinato da Obama? Certo, una buona ricetta anti-crisi economica e la promessa di risolvere i problemi dei suo paese hanno convinto molti elettori. Soprattutto però Obama è un simbolo perché con la sua storia personale rappresenta la speranza di cambiare, di arrivare in alto anche partendo dal nulla. Questo è il sogno più grande per tutti i giovani. Mi chiedo perché negli USA un giovane nato in condizioni disagiate può diventare Presidente, mentre in Italia non riusciamo nemmeno a dare un posto all’Università a un giovane ricercatore di talento. Perché non riusciamo a eleggere in Parlamento qualche giovane capace e carismatico, a scapito di qualche inutile riciclato con 40 anni di vita parlamentare alle spalle? Nel nostro paese ci limitiamo a raccontare la favola della giustizia sociale e delle pari opportunità per tutti. Ma le possibilità si danno alla gente e al paese quando si premiano i meritevoli. Quando il figlio di un operaio può diventare imprenditore o notaio. Quando un presidente ha 48 anni, non 70, come Prodi e Berlusconi. Professor Prodi, Cavalier Berlusconi, Sig. Veltroni, conoscete Facebook? YouTube? Second Life? No? Nulla? Sapete come vivono e pensano i giovani di oggi? Pensate di poter capire come cambiano i loro sogni e le loro ambizioni? Molti giovani Italiani sono sconfortati perché non vedono la possibilità di affermarsi in base al merito. Il merito è l’unica carta che i giovani possono giocare. Tutto il resto (relazioni, privilegi, favoritismi) sono cose da persone già arrivate. Non si può pensare che i giovani si adeguino a vivere in un mondo regolato da questi meccanismi da vecchi. Ecco perché aspetto la prima visita di Barack Obama in Europa, magari a Venezia.
Aspettando Obama, mi chiedo se dobbiamo necessariamente limitarci a guardare al cambiamento americano come un esempio bello e impossibile per noi italiani; o se invece i tanti giovani bravi e capaci del nostro paese non dovrebbero scendere in campo direttamente e mettere in pratica il sogno che Obama rappresenta. Se gli americani ce la fanno a cambiare – allora possiamo farlo anche noi!