La guerra tra poveri a Padova che rende povera Padova, tra bugie e incapacità (mica solo del sindaco Bitonci)

 

Dietro ai no del sindaco Bitonci troppo spesso si nasconde solo pura e semplice incapacità. Incapacità di una amministrazione che in un anno abbondante di governo di Padova ha saputo solo perdere finanziamenti e paralizzare opere fondamentali come il centro congressi in Fiera e il nuovo ospedale. Incapacità anche dei giornalisti troppo spesso stenografi muti anche di fronte alle peggiori idiozie proferite da sindaco ed assessori.
L’ultimo caso di mancanza di un minimo di spirito critico da parte della stampa, oltre che di spudorata tendenza al dire cose false in tema di immigrazione da parte del sindaco ossessionato dalla negritudine, è quello della della mancata sottoscrizione di un protocollo in Prefettura per permettere ai profughi ospitati a Padova di rendersi utili alla comunità che li ospita. Avrebbero lavorato gratuitamente, bastava una firma. Potranno avvantaggiarsi dell’opera degli africani sbarcati in Italia alla ricerca di un futuro migliore i comuni di Este, di Battaglia Terme ed altri della provincia di Padova. Il Comune di Padova no. A deciderlo il sindaco leghista che accampa una scusa piena di balle (purtroppo non corrette dalla cronista che si è limitata in questo caso al ruolo di stenografa del Bitonci pensiero). Dice il sindaco di Padova
«Al di là di quello che affermano i buonisti di sinistra – ribatte – i richiedenti asilo non lavoreranno gratis: essi infatti ricevono 35 euro al giorno. Sono pronto – aggiunge il sindaco – a firmare un protocollo con la Prefettura e le cooperative che consenta di far lavorare i padovani in stato di bisogno, in cambio degli stessi benefit che oggi vengono riconosciuti solo ai cosiddetti migranti».
L’affermazione che i richiedenti asilo percepiscano 35 euro al giorno è una balla colossale (clicca qui per scoprire perchè)
Corrisponde a verità invece affermare che a causa di una pasticciata revisione dei regolamenti comunali relativi ai buoni lavoro, centinaia di padovani disoccupati non possono lavorare, usufruendo di bandi finanziati da Caritas, Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo e dalla Unione europea. 300 posti di lavoro temporaneo che fino allo scorso anno, prima che l’attuale amministrazione non mettesse le mani sul regolamento, costituivano un salvagente per altrettanti disoccupati di lungo corso. Come si evince dal titolo dell’articolo riportato qui a fianco lo slogan “prima i padovani” ribadito anche ieri da Bitonci, è infarcito di menzogne e controproducente per tutti. Le palle scagliate contro i profughi dal pifferaio a corto di argomenti oltre agli insulti ed alle paure agitate ad arte, si stanno ritorcendo come un boomerang proprio contro i padovani più fragili: quelli privi della capacità di verifica delle affermazioni di quello che si spacciava per essere il “sindaco di tutti”.

 

Alberto Gottardo