La Regione cancella l’azienda ospedaliera dell’alta padovana, la migliore d’Italia. Conte (Fare): “Cancellato il merito”

 

“La Ulss 15 è stata riconosciuta come la migliore d’Italia invece grazie all’Azienda Zero Zaia la cancella “. Il consigliere regionale Maurizio Conte (Lista Tosi per il Veneto) attacca così, in una nota, il pdl 23 a poche ore dalla nomina del nuovo direttore generale della Ulss 6 Euganea, dottor Domenico Scibetta. Proprio la Ulss Euganea secondo il progetto di legge sul ridisegno della sanità veneta ingloberà la Ulss 15 Alta Padovana. “Tutti ricordiamo la puntata di Porta a Porta dove, con orgoglio, la nostra Ulss 15 era riconosciuta come migliore d’Italia – interviene Conte -Tutti noi ci saremmo aspettati un riconoscimento da parte del presidente Zaia per il lavoro svolto, gli obiettivi raggiunti, i risparmi, e invece no ci fonderemo con tutta la provincia di Padova creando un “mostro” da 104 comuni ed 1 milione di abitanti, praticamente ingestibile”. “I maggiori problemi e disagi li avremo nel comparto del sociale dove, il nostro modello di delega all’Azienda Sanitaria, scoppierà”, aggiunge il consigliere. I tosiani vogliono ricordare il loro impegno nell’attuale discussione del pdl 23 in consiglio regionale: in tutto hanno presentato 630 emendamenti. “Almeno i 28 comuni dell’ormai dell’Alta Padovana abbiano la dignità di rappresentare e restare singola Ulss come lo erano precedentemente – prosegue Conte nella nota – Se poi questo emendamento non trovasse sfogo, in seconda battuta potremmo andare con Bassano del Grappa e non certo con Padova. La nostra realtà territoriale e sociale è molto più affine e contigua con la pedemontana che non con Padova che conta oltre 200.000 abitanti, praticamente l’equivalente di tutta la nostra vecchia ulss n. 15”. Conte confida che ci sia un ripensamento circa le attuali suddivisioni territoriali disegnate dal pdl 23 e che la vecchia Ulss 15 venga accorpata a Bassano del Grappa nella nuova Ulss n. 7 Pedemontana, modifica che, sottolinea il consigliere, “non comporterebbe la creazione di una nuova azienda sanitaria ma solamente una migliore redistribuzione di servizi e strutture, nell’ottica di fare realmente il bene dei nostri cittadini”.