La superficie agricola a mais si dimezza in dieci anni a Padova

 

La superficie a mais in Italia si è dimezzata in dieci anni. É il dato emerso nei giorni scorsinel tavolo nazionale di filiera dei cereali, che ha affrontato temi e problematiche legati ai seminativi, tracciando le previsioni di semina per il 2018. Una crisi grave, quella che attanaglia la coltura, che spinge ad affrontare con urgenza il declino di quella che pur sempre rimane la prima coltivazione cerealicola per quantità di produzione.

Anche il territorio padovano ha risentito fortemente della crisi, con un calo del 50% negli ultimi dieci anni e del 2,9% nel 2017. Con 36.400 ettari la coltura resta comunque al primo posto nel Veneto, precedendo Rovigo (34.600), Venezia (30.700), Verona (25.800), Treviso (21.900) e Vicenza (14.500). Ma il 2017 è stata un’annata particolarmente difficile, anche per i gravi danni nello sviluppo vegetativo causatidalle ondate di calore che si sono susseguite tra fine giugno e agosto, con una resa media stagionale tra le più basse dell’ultimo decennio.

Le previsioni di semina per il 2018 evidenziano un nuovo calo dell’1,7% della superficie a mais e del 4,5% delle superfici a riso. Previsto invece un aumento rispetto ai raccolti 2017 per il frumento tenero (+4,5%, con punte del +5,8% nel Nordest) e del 6,1% delle superfici a grano duro (dato che va in controtendenza rispetto alla riduzione delle superfici seminate al Sud e Isole del 3,1%).

“Il territorio padovano sta vivendo anni di grande sofferenza per il mais – confermaRenzo Cavestro,direttore diConfagricoltura Padova -. Era il raccolto più importante del nostro territorio e della pianura padana perché dava un’ottima redditività, ma negli ultimi anni i costi sono saliti e i prezzi sono crollati, portando molti produttoria dismettere la coltura. Il mais oggi lo seminano soprattutto gli allevatori e gli agricoltori che lo utilizzano per il biogas. Molti si stanno orientando versoil frumento tenero, che l’anno scorso ha avuto un aumento del prezzo e delle rese,e soprattutto sulla soia,che nel Padovano ha registrato l’incremento maggiore a livello regionale con un + 32,6% e 30.000 ettari di superficie coltivata. Una leguminosa molto richiesta sul mercato nei suoi molteplici derivati, come il latte e i formaggi vegetali, che se, come altre colture, nel 2017 ha sofferto parecchio la siccità. Quest’inverno la pioggia e le nevicate hanno ricaricato le falde, ma la stagione è lunga e dobbiamo sperare in un meteo favorevole per un rilancio del settore”.