Lettera ai cittadini di Gorino e Goro che fanno le barricate anti migranti: “Miserabili, tradite la storia, vi ospitammo in casa durante l’alluvione”

 

Sulla vicenda delle barricate anti profughi a Gorino e Goro rilanciamo qui un post di un cittadino residente in provincia di Rovigo, Renato Bon, apparso sul suo profilo di facebook:
All’inizio degli anni 50 la mia non era una famiglia benestante. Abitavamo a Badia Polesine, in una casa in affitto, fredda. All’inizio di novembre del 51 la nostra cittadina fu riempita di alluvionati. Con mio piacere le scuole restarono chiuse x mesi. I miei genitori, ospitarono una donna incinta di Goro, sommerso da 2 metri di acqua. Prima di poter tornare a casa, la signora mise al mondo un bambino, cui, in omaggio agli ospiti, fu dato il mio nome: Renato. Molti degli sfollati venivano da Goro e dai paesi del delta del Po. Ora so dell’indegna esibizione di razzismo contro poche donne e i loro figli. E’ altamente improbabile ma se, tra coloro che sulle strade del Po hanno mostrato tutta la loro meschinità, ci fosse stato un Renato, nato a Badia Polesine 65 anni fa, vorrei tanto guardarlo negli occhi, chiedergli se qualcuno gli avesse mai raccontato come fosse venuto al mondo. Tutti gli abitanti di Goro hanno, almeno nella storia familiare, un debito di riconoscenza nei confronti del mondo. Questo rende ancora più miserabile e vergognoso il loro agire.