Livio Pezzato presenta al Caffè Pedrocchi la raccolta di poesie “Voiàltri”, versi in lingua veneta che toccano il cuore

 

Mercoledì 12 aprile alle 18,30 in sala Verde del caffè Pedrocchi ritorna la poesia con uno degli animi più profondi e gentili del panorama euganeo: Livio Pezzato. Un artista, per chi ha la fortuna di conoscerlo, oltre che un uomo dalla tempra straordinaria e dalla purezza e profondità di pensiero che spiazza. Animato da una sconfinata passione civile per la propria terra, Livio Pezzato è nato nel 1941. Ha pubblicato undici raccolte di poesie in dialetto e una in lingua. Ha scritto un libro sui ricordi e sulla vita di Abano e di Padova negli anni ’50 e ’60 dal titolo “Le caramelle di Fausto Coppi” e una raccolta commentata di proverbi e modi di dire “Viaggio nel Veneto profondo”.
Medico di famiglia, Si interessa di storia emblematica della quotidianità e di arti visuali. Si dedica alla difesa dell’ambiente.

Il titolo della raccolta  che viene presentata mercoledì sera al Pedrocchi è “Voiàltri”.

Scrive nella presentazione della raccolta, Alessandro Cabianca:
“Credo che la sua scelta di “parlare veneto”, non parola scritta ma lingua viva, parlata: immagine, suono, ritmo, rumore, sia dovuta a un bisogno di aderenza non solo mentale, ma fisica, al dettato poetico, per una poesia basata sul confronto con il reale, affettivo ed emotivo, e con l’alterità. Dialetto quindi ricco, colto, raffinato, costituito da precisione lessicale e integrato da pregnanza fonetica………..

Se c’è qualcosa in più e di diverso in questa raccolta rispetto alle precedenti è una sorta di insistita disillusione dettata da una lucida lettura della realtà, il senso di colpa per quanto si è riusciti a distruggere e il timore per quanto si sta lasciando ai figli, con una leggera malinconia che non è semplice nostalgia del passato, ma desiderio di un vivere aderente ai ritmi della natura, lontano dalla cupidigia del danaro e dalle fughe della modernità…….
Il passato e il futuro, questi i temi intorno cui gravita la poesia di Pezzato, carica di dubbi, di domande e con poche risposte: “…ànema/ càrga ormai de memorie, co’ un domàn/ perso ne’l scuro, desmentagà da’l sole” , ma con una forte adesione alla vita, specie quella che da sempre si ripete misteriosamente uguale e che non chiede più di quel che può dare: “la vita xé cussì, el so mistero/ inmàga filosofi e poeti, i preti/ ne dìse de aver fede, intanto/ el falco vola alto contro el sole”.