Manifestanti Ascom “armati” di mutande nonostante la nevicata

 

La neve non ha fermato i manifestanti dell’Ascom che questa mattina hanno scelto il listòn davanti a palazzo Moroni per appendere un po’ di mutande. Qui di seguito il comunicato Ascom sulla mattinata di mobilitazione:
“Sotto la neve, pane …” recitava un vecchio adagio sottolineato questa mattina, al megafono, da Federico Barbierato, direttore di Ascom Confcommercio Padova, mentre la gente affluiva in via 8 Febbraio per la manifestazione.

Il problema, però, è che le piccole imprese, se la politica continuerà a guardare più ai propri interessi che a quelli del Paese, rischiano di finire a fare la fame. Così, sebbene il tempo fosse quanto di più inclemente si potesse prevedere alla vigilia (neve mista a pioggia all’inizio e poi neve fitta a manifestazione entrata nel vivo) la mobilitazione di Rete Imprese Italia, declinata “alla padovana” ha visto le quattro organizzazioni di artigiani e commercianti (Ascom Confcommercio, Confesercenti, Upa Confartigianato e Cna) denunciare una colpevole disattenzione nei confronti del mondo della piccola impresa.
“Ridotti così” era scritto, lettera dopo lettera, sulle mutande maschili e femminili stese di fronte a Palazzo Moroni, sede del municipio di Padova, dove un nutrito numero di piccoli imprenditori, incuranti di pioggia e neve, hanno ascoltato dapprima il discorso diffuso in streaming che Carlo Sangalli, leader di Confcommercio e presidente di Rete Imprese Italia, ha pronunciato in avvio di manifestazione e poi quello di Fernando Zilio, presidente di Ascom Confcommercio Padova e presidente, per questo semestre, di Rete Imprese Italia Padova.

“Seppur in periodo di saldi – aveva esordito Sangalli – non faremo sconti a nessuno” e Zilio ha rincarato la dose nei confronti di antichi, più recenti e futuri governanti, ricordando l’angoscia che attanaglia lavoratori dipendenti e titolari d’azienda che guardano con forte preoccupazione al futuro.
“Le imprese che stanno chiudendo i bilanci – ha detto Zilio – li chiuderanno in rosso e con quei conti in rosso andranno in banca dove gli verrà rifiutato il credito. E di fronte a tutto questo la politica cosa fa?”
Poco, ma meglio sarebbe dire, nulla. E allora ecco l’arringa di Zilio che ha chiesto unione d’intenti per costringere la politica a confrontarsi con questo mondo che non è marginale se è vero, come è vero e come documentava il apertura di manifestazione il servizio sui numeri di questo grande comparto, più della metà degli occupati in Italia sono tali perché occupati in piccole imprese.

Lavoro, tasse, credito, allegra finanza, Imu che drena le risorse ed i cui proventi non si sa dove finiscano: tutti temi affrontati dal presidente di turno di Rete Imprese Italia Padova che ha addossato alla politica distratta da mille altre faccende, la gran parte delle colpe della recessione in atto nel Paese.
“Un Paese – ha detto ancora, e provocatoriamente, Zilio – che ha otto milioni di poveri e che dovrebbe avere anche un “equitometro” per sapere che fine fanno i soldi che arrivano nelle casse dello Stato”.
Concluso il suo intervento, più volte sottolineato dagli applausi dei presenti, Zilio ha ceduto la parola ai colleghi presidenti e direttori delle altre organizzazioni: Maurizio Francescon per Confesercenti, Guerrino Gastaldi per Cna e Roberto Boschetto per Upa Confartigianato, i quali, nel sottolineare la comunione d’intenti, hanno ribadito che l’economia è di fronte ad un’ultima spiaggia: o la politica si fa carico del grido di sofferenza che viene dalle piccole imprese o dalla crisi non sarà possibile venir fuori.