Massimo Cacciari venerdì in Sala dei Giganti per omaggiare le opere di Carlo Diano

 

Da pochissimo è uscito il volume “Opere – Carlo Diano” a cura della figlia Francesca Diano. Nel testo sono raccolti per la prima volta gli scritti teorici di Carlo Diano, con alcuni importanti inediti, per una visione pressoché completa della sua ricerca multiforme come filologo, grecista e innovativo interprete del mondo classico, ma anche come scrittore, saggista, teorico di estetica, poeta e, soprattutto, filosofo originale. Carlo Diano che diceva di sé «Io non sono italiano, sono un greco di Calabria», dal 1950 è chiamato a Padova a ricoprire, alla Facoltà di Lettere dell’Università, la cattedra che era stata di Manara Valgimigli. È considerato uno fra i grandi Maestri del pensiero moderno e contemporaneo.

Venerdì 8 aprile alle ore 16.30 in Sala dei Giganti di Palazzo Liviano a Padova viene presentato il volume “Opere – Carlo Diano” a cura di Francesca Diano con interventi in presenza di Massimo Cacciari e Silvano Tagliagambe.

Dopo i saluti di Monica Salvadori, Prorettrice al Patrimonio storico, artistico e culturale dell’Università di Padova, e Jacopo Bonetto, Direttore del Dipartimento dei Beni Culturali, interverranno Massimo Cacciari, professore emerito di Estetica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Francesca Diano, curatrice del volume, Silvano Tagliagambe, professore emerito di Filosofia della scienza all’Università degli Studi di Sassari, Davide Susanetti, professore di Letteratura greca al Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari Unipd, Luciano Bossina, professore di Filologia classica al Dipartimento di Scienze Storiche Geografiche e dell’Antichità dell’Università Unipd, e Marged Trumper, docente di Lingua hindi all’Università degli Studi di Bologna e di Lingua hindi, Canto indiano classico e Indologia al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza.

Carlo Diano è nato a Vibo Valentia nel 1902, si laurea a Roma alla Facoltà di Lettere della Sapienza nel 1923 con una tesi su Giacomo Leopardi. Insegna letteratura latina e greca nei Licei Classici e dall’ottobre del 1924, come vincitore di concorso a cattedra, diventa uno dei più giovani docenti di ruolo. Nel 1935 consegue la libera docenza in lingua e letteratura greca. È oggetto di inchieste ministeriali e pressioni per il suo rifiuto di iscriversi al Partito fascista e dal 1931 di prestare giuramento al Partito, come chiedeva il suo ruolo di dipendente pubblico. E mai vi si iscrisse. Nel settembre del 1933, su incarico del Ministero degli Esteri, è inviato come lettore di lingua italiana nelle università di Lund, Copenaghen e Göteborg, incarichi che ricoprì fino al 1940. È proprio a partire dagli anni ’30 che inizia a interessarsi di Epicuro e lo studio approfondito dei testi papiracei lo condurrà a edizioni degli scritti epicurei che gli hanno dato fama mondiale. Dal gennaio del 1944 all’aprile del 1945 è a Padova in qualità di Ispettore dell’istruzione classica del Ministero dell’educazione nazionale della Repubblica Sociale Italiana: all’insaputa di tutti, aiuta molte persone a mettersi in salvo dalla persecuzione fascista e nazista. Allievo di Giovanni Gentile dopo la morte di quest’ultimo decide di tenere una commemorazione pubblica, sfidando le minacce di morte. Dal dicembre del 1946 ricopre gli incarichi di Papirologia, Grammatica greca e latina, Storia della filosofia antica, Letteratura greca e Storia antica alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bari. Nel 1950 vince il concorso alla cattedra di Letteratura greca ed è chiamato a Padova a ricoprire, alla Facoltà di Lettere dell’Università, la cattedra che era stata di Manara Valgimigli. A Padova – dove tenne anche gli insegnamenti di Storia della filosofia antica, Lingua e civiltà greca, Papirologia e Storia delle Religioni – rimarrà ininterrottamente fino alla sua morte. Più volte Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, fondò e diresse fino alla sua scomparsa il Centro per la storia della tradizione aristotelica del Veneto. Insignito di numerose onorificenze e membro di numerosissime accademie in Italia, in Europa e negli USA, ebbe profonde e durature amicizie, tra gli altri con Salvatore Quasimodo, Ugo Spirito, Giulio Carlo Argan, Bernard Berenson, Carlo Bo, Renato Caccioppoli e molti altri fra i maggiori protagonisti della vita culturale e artistica del ‘900. Si spegne a Padova il 12 dicembre 1974.

(*) In “Opere – Carlo Diano” è possibile seguire in ordine cronologico lo sviluppo del suo pensiero, dai primi scritti a opere di fama internazionale, come Forma ed evento, Linee per una fenomenologia dell’arte, gli importantissimi Scritti epicurei, gli Studi e saggi di filosofia antica, oltre ai rivoluzionari saggi sulla catarsi tragica, su Edipo, sull’Alcesti, su Platone, che nell’interpretazione di Diano rivelano aspetti prima inesplorati. Fulcro del suo pensiero filosofico ed estetico sono le categorie fenomenologiche di forma e di evento che, proprio per i loro tratti distintivi, si danno come strumento d’analisi del mondo greco, ma anche di ogni cultura e civiltà. Fondante è il suo discorso sul metodo, ricorrente in più saggi, che consiste nell’affrontare i problemi col rigore del filologo e l’ampiezza di una conoscenza universale, che annulla ogni barriera tra le diverse discipline. Su queste basi Diano fonda un sistema filosofico ed estetico originale in cui filologia, studi storici, filosofici, scientifici, sociali, storico-artistici e storico-religiosi si integrano a creare un nuovo procedimento di indagine, che gli permette di restituire il senso originale di autori e testi. La vasta cultura, la prodigiosa padronanza della filologia, l’ampiezza di visione, la mente eclettica e anticipatrice, le grandi doti di traduttore sono le solide basi di un sistema filosofico più che mai attuale, che lo pone fra i grandi Maestri del pensiero moderno e contemporaneo. (*dal sito Bompiani)