Mercato del lavoro a Padova e Rovigo: l’analisi della Cisl con Sabrina Dorio

 

Padova sempre leader in Veneto per numero di imprese attive. A Rovigo, invece, mai così in basso nell’ultimo decennio. Segnali incoraggianti sul fronte occupazionale per entrambe le province. “Servono sostegni per le imprese che vorrebbero investire in occupazione” è il messaggio di Sabrina Dorio.
La voglia di fare impresa nel Padovano continua ad essere alta, anche se nella prima parte di quest’anno il saldo fra imprese iscritte e cessate risulta negativo per quasi 800 unità.

Indicatori positivi, sempre per questo avvio di 2014, arrivano un po’ a sorpresa dal fronte del mercato del lavoro, sia per la provincia di Padova che per quella di Rovigo, anche se non è ancora tempo di facili entusiasmi.
Padova si conferma dunque al primo posto in Veneto per numero di imprese operative: al 31 marzo 2014 sono 89.192 unità. Il dato corrisponde al valore più contenuto dal 1997, ma nel ranking nazionale la provincia rimane al 9° posto per il totale delle imprese e all’11° considerando solo le imprese dell’industria e del terziario (76.306). Nel primo trimestre di quest’anno il totale delle imprese nuove iscritte è pari a 1.893 contro le 2.687 cessazioni per un saldo negativo pari a 794. “La variazione risente molto del forte calo delle imprese agricole (11,2%) –spiega Sabrina Dorio, segretario generale della Cisl Padova Rovigo- perché se si considera solo il settore dell’industria e del terziario la flessione è ben più contenuta (0,6%). Ciò dimostra la forte propensione manifatturiera dell’economia locale, che dovrà però puntare sempre più sulla spinta dell’innovazione di prodotto per tornare a competere sui mercati nazionali e internazionali”.

Per quanto riguarda la provincia di Rovigo, le imprese totali operative al 31 marzo di quest’anno sono 25.522 (erano 25.921 alla stessa data 2013): è il valore più basso degli ultimi 10 anni. Il tasso di crescita delle imprese rodigine è pari a -1,5% contro il -2,3% registrato nello stesso periodo su Padova.
Positivo, su Rovigo, è invece il trend dei Servizi alle Persone, la cui performance provinciale è del +2% pari a +27 imprese in termini assoluti nel primo trimestre 2014. “Stiamo parlando –dice Sabrina Dorio- della migliore crescita fra le province venete, con Padova dietro a +1,4% (+73 unità). Fra i servizi alle persone in crescita su Rovigo, spiccano l’incremento del +6,2% sui servizi legati a Sanità e assistenza alle persone, e la crescita delle Attività artistiche/sportive (+4,4%).

E continua “Questi dati meritano una seria riflessione, perché stanno cambiando i consumi e i bisogni delle famiglie, ma anche i servizi offerti dal pubblico, che sono sempre più penalizzati dai tagli lineari della spending review e che incideranno pesantemente anche sulle Camere di Commercio e sull’attività che svolgono a favore delle imprese locali, a partire dall’internalizzazione. Questo è molto grave, perché vuol dire frenare uno dei percorsi fondamentali per lo sviluppo dell’economia”.

MERCATO DEL LAVORO

“Finalmente ci sono piccoli ma positivi segnali sul fronte occupazionale nelle due province. Ma non dobbiamo assolutamente cantar vittoria”.
Sabrina Dorio, leader della Cisl Padova Rovigo, commenta così recenti dati sul mercato del lavoro regionale, che evidenziano per le due province una ripresa di movimenti dal lato della domanda di lavoro. Infatti le assunzioni delle imprese con contratti di lavoro dipendente sono cresciute dell’8,1% a Padova per effetto di 26.200 assunzioni nel primo trimestre 2014 (rispetto allo stesso periodo 2013) contro le 21.200 cessazioni per un saldo quindi pari a + 5.000 unità mentre nello stesso arco di tempo 2013 il saldo era pari a + 3.700 unità. A Rovigo, le assunzioni sono state 9.500 (+12,4%) contro 6.600 cessazioni per un saldo positivo pari a 3.000 unità contro le 2.200 unità a saldo in marzo 2013.

Nonostante questi piccoli incoraggianti segnali sul fronte occupazionale, rimane alta la tensione per l’elevato tasso di disoccupazione giovanile. Per questo Sabrina Dorio punta l’indice sull’importanza di politiche attive per i giovani. “I giovani continuano a pagare prezzi pesantissimi alla crisi, quindi servono azioni incisive e coordinate in un patto sociale per lo sviluppo e il lavoro. Per lo sviluppo sono necessari interventi mirati a rilanciare in tutti i settori gli investimenti, insieme a una riduzione della tassazione per lavoratori e pensionati, così da far crescere la domanda interna negli ultimi anni costantemente in calo.”
Tra le azioni messe in campo la Dorio evidenzia il Progetto Garanzia Giovani: “E’ una misura di politica attiva che punta a far crescere i giovani all’interno del tessuto produttivo e ad aumentare le opportunità di trovare un’occupazione entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine/interruzione degli studi. Dobbiamo dimostrare con i fatti che il nostro Paese crede nel futuro, investendo su quella generazione che può ancora invertirne le sorti abbandonando quel passato miope che ci ha fatto arretrare e proiettandoci in avanti con coraggio. Uno dei tanti e importanti “salti” che restano da fare riguarda la riforma della Pubblica Amministrazione, strumento di sviluppo ed equità sociale. Assistiamo infatti ad una asimmetria tra ciò che si proclama a Roma e quanto si realizza nel territorio e questo è il frutto di anni di slogan senza riforme concrete. In questo caso ad esempio, nonostante i fondi europei abbiano destinato parecchi milioni di euro al progetto, ai servizi pubblici che dovranno dare assistenza a migliaia di giovani nel territorio non arriverà un euro.

Se si vogliono davvero aiutare i giovani e i senza lavoro che bussano ai servizi pubblici per l’impiego, si devono fare investimenti. Ricordo che mentre in Europa il rapporto utenti-operatori è mediamente di 14/1, in Italia siamo ben oltre i 170/1: è dunque l’ennesima occasione persa per il pubblico di assumere giovani e concretizzare quella staffetta generazionale di cui tanto si parla a Roma”.