Notturni d’arte Padova riscopre l’orologio di Piazza dei Signori

 

I Notturni d’Arte, organizzati dall’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Padova, continuano martedì 5 agosto con un doppio appuntamento che metterà in luce l’importanza nel panorama scientifico-culturale del XIV secolo dei Dondi: Jacopo e il figlio Giovanni, autori rispettivamente del celebre Orologio meccanico “astrale” da torre, il primo costruito in Italia (di cui oggi si ammira una copia nella Torre dell’Orologio in Piazza Capitaniato inaugurata nel 1437 e rimaneggiata nei secoli successivi) e del famoso Astrario, che dalla fama delle loro invenzioni furono detti dell’Orologio. La serata prevede alle ore 18 visite guidate alla Torre dell’Orologio in piazza Capitaniato, alle ore 20 e alle ore 21 (biglietti esauriti) lo spettacolo Il cielo medievale e l’orologio di Giovanni Dondi al Planetario di via Cornaro.
Medico, astronomo e professore dell’Università di Padova, Jacopo Dondi (c. 1290-1359), su commissione di Ubertino da Carrara nel 1344 progetta e realizza un orologio astronomico da collocare nella porte-torre di accesso a sud della reggia carrarese; l’orologio si rifaceva alle teorie dell’astronomo Tolomeo, con le ore, i giorni, i mesi ed anche le fasi lunari, le costellazioni zodiacali e la posizione del Sole rispetto ad esse. Questo orologio viene distrutto nella lotta tra Padova e i Visconti; nel 1423, nell’ambito di un progetto di riordino dell’assetto edilizio-urbanistico di piazza dei Signori, il Consiglio Civico di Padova decreta la costruzione sulla ex porta-torre carrarese della piazza, di un nuovo orologio-astrario, in luogo e memoria di quello di Jacopo Dondi. La ristrutturazione della torre, iniziata nel 1426, fu portata a termine nel 1430, mentre l’installazione dell’orologio, iniziata nel 1427, si concluse nel 1436. L’inaugurazione ufficiale avvenne nel 1437 in occasione dell’annuale Festa del Santo. Nel corso dei secoli l’orologio subì delle modifiche, compresa l’eliminazione del segno della bilancia, durante un intervento operato dall’abate Bartolomeo Toffoli di Calalzo di Cadore tra il 1787 e il 1792, che, credendo che l’astronomia egizia si fondasse su undici simboli zodiacali, aveva ritenuto un errore la presenza della bilancia nella sfera planetaria e zodiacale dell’orologio.

Il figlio di Jacopo, Giovanni Dondi (1318-1389), spirito altrettanto versatile ed eclettico, medico, filosofo e astronomo, probabilmente tra il 1350 e il 1365 costruisce l’orologio Astrario. Si tratta di uno strumento unico nel suo genere, un capolavoro di scienza e tecnica, connubio tra perfette nozioni di meccanica e precise conoscenze di astronomia tolemaica. Questo orologio, azionato da un meccanismo a peso, oltre a dare l’indicazione dell’ora, del giorno e dei mesi, raffigura meccanicamente, su sette quadranti differenti, il moto della Luna, del Sole, di Mercurio, di Venere, di Marte, di Giove e di Saturno. L’Astrario si propone una duplice finalità: da una parte scandire il tempo e fornire i dati necessari per la compilazione di oroscopi e previsioni astrologiche tipiche dell’epoca e dall’altra dimostrare la veridicità dell’astronomia tolemaica tentando di appianare dunque le incongruenze tra la fisica aristotelica e l’astronomia di Tolomeo.

Per la visita delle ore 18 ritiro della prenotazione presso
gli uffici del Settore Attività Culturali in via Porciglia 35, dal lunedì al venerdì 8.30-13.30, 14.30-16, sabato 8.30-13 (chiuso domenica e venerdì 15 agosto)
Per lo spettacolo al Planetario prenotazione e acquisto biglietti euro 5 presso il Planetario tel. 049 773677049 773677 (ore 9-12 /16.30-19.30)