Oggi e’ finito il mondo (vecchio) e ne e’ iniziato uno nuovo: e’ nata Giulia Gottardo, mia figlia

 

Avevano ragione i Maya. Oggi è finito il mondo. Ne è iniziato uno nuovo, più bello. Perché da oggi al mondo c’è Giulia, mia figlia. A farla nascere dopo averla coccolata dentro di sé, vicino al cuore, è stata mia moglie, Yulisa Roble Santana, che viene anche lei da un nuovo mondo, da quell’isola, che Cristoforo Colombo, un italiano, battezzò con il nome di Hispanola quando vi sbarcò nel 1492.
Io e Yulisa ci siamo sposato l’11 settembre dell’anno scorso. La nostra bambina è nata nel giorno in cui i Maya avrebbero previsto la fine del mondo. Alla nostra famiglia piacciono le date simboliche.

E’ impossibile spiegare cosa si prova quando per la prima volta tieni in braccio una creatura che nasce da una parte di te e da una parte della donna che ami. “Ti cambia la vita” mi dicevano i miei amici più cari. Avevano ragione. La mia vita è cambiata per sempre. Certamente in meglio.
Quando ho sentito mia figlia nascere, quando ho visto che era andato tutto bene è come se fossi rinato anch’io. Le ho sussurrato “Giulia, non piangere, c’è qui il papà”. E lei si è messa subito tranquilla.

Forse è una coincidenza, forse no. Certo il senso di essere padre dal mio punto di vista è tutto in quella frase. “Sono qua io”. Io ci sarò sempre per mia figlia. E forse non riuscirò sempre a farla smettere di piangere e quando sarà più grande non potrò impedire che la vita la ferisca e la faccia soffrire. Ma ci sarò. E spero di essere all’altezza di questo compito spaventoso ed entusiasmante: essere padre vorrà dire fare dei sacrifici, come ha fatto mio papà per me e per la mia famiglia. Vorrà dire preoccuparsi in silenzio, per lasciare a mia figlia quella irripetibile libertà che i miei genitori mi hanno concesso: quella di fare degli errori per conto mio. Ed in silenzio senza disturbare spero di godermi anche qualche soddisfazione. Mia figlia ha letteralmente tutta la vita davanti. Potrò sognare che diventi una campionessa olimpica, un’astronauta, uno scienziato, ma quello che diventerà lo deciderà lei.

Se sarò fortunato avrà i pregi di sua madre e come lei sarà una donna di buon cuore, una persona felice delle piccole cose e capace di compassione per quanto di male capita nel mondo. Da me piacerebbe che prendesse la tenacia e la capacità di indignarsi di fronte alle ingiustizie e forse anche la sfrontatezza di non chinare il capo di fronte a nessuno.
Spero che un giorno anche lei provi quello che ha provato sua madre in questi mesi e che io ho potuto solo immaginare. A me la nascita di Giulia ha portato un grande regalo, oltre all’orgoglio di essere padre. La consapevolezza che di fronte a tua figlia tutto il resto scompare. Scompaiono le preoccupazioni legate ai soldi, alla carriera, in un certo senso anche alla salute. Ti rendi conto che quello che conta è lei, è esserci e metterla in condizione di avere una vita felice. E con una mamma come la sua, siamo già a metà dell’opera.

Certo ci vorranno anche i soldi, ci vorrà una casa e dei vestiti. Ma alla fine avevano anche ragione i Maya: è finito il mondo in cui era importante avere tanti soldi, avere tanti vestiti per mia figlia, avere una macchina grande o sempre di più di tutto. E’ iniziato il mondo in cui l’unico Pil che conta è la felicità, e quella non la si compra, la si conquista. Ed a volte basterà un sorriso ed un bacino della mia piccola per essere felice.

Alberto Gottardo