Oltre le criptovalute: nel 2023 arriva l’Euro digitale

 
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Le criptovalute sono state l’asset che più ha animato il settore negli ultimi tempi: in quanto a popolarità, infatti, le criptomonete hanno conquistato sempre più investitori, registrando un +22% nell’ultimo biennio. Negli ultimi 7 anni questo asset ha registrato una crescita esponenziale in termini di capitalizzazione, arrivando al quarto posto nella classifica dei prodotti finanziari più usati.
Il comparto però non smette mai di evolversi: è infatti sempre più concreto e vicino alla realizzazione il progetto portato avanti dall’Unione Europea in materia di digitalizzazione delle transazioni. La proposta legislativa punta al sostegno di un ipotetico “Euro digitale“, una stablecoin efficiente, sicura e immediata alla portata di tutti.

Dal Bitcoin all’Euro digitale

La diffusione delle criptovalute come monete di scambio effettive ha rappresentato un fenomeno di portata internazionale negli ultimi anni.
A contribuire alla crescita di questo trend sono state anche le piattaforme di exchange più note, che hanno reso il mondo delle criptovalute molto meno elitario e decisamente più accessibile rispetto al passato. La maggior parte delle piattaforme di exchange, infatti, consente di cominciare a investire anche con un budget minimo.
In un contesto di questo tipo, le previsioni per il 2023 sono in linea con gli anni passati, in particolare dopo l’annuncio fatto dall’UE circa la possibilità di lanciare l’”Euro digitale“. Si tratta, in sintesi, dello sviluppo di una moneta virtuale che avrà lo scopo di affiancare il contante (senza sostituirlo), in modo tale da offrire uno strumento più sicuro e a basso costo per effettuare acquisti.

La proposta prevede, inoltre, la possibilità di convertire a piacimento l'”Euro digitale” con il vecchio contante. Il progetto iniziale prevede infine una limitazione nell’uso dei dati dell’utente per tracciare le abitudini d’acquisto: questa possibilità, seppur tecnicamente possibile, è stata definita con “non prioritaria” dalla stessa BCE.

Privacy e rischi

A preoccupare per l’euro digitale è l’invasione degli organi politici nella privacy dei cittadini, fenomeno che con le criptovalute fu già dibattuto tempo fa. La disputa tra i leader del settore crypto e l’UE nel marzo del 2022 è tra gli eventi più importanti, evento che portò alla stesura di una lettera da parte dei leader a 27 Ministri delle Finanze, con la richiesta esplicita di non costringere le società del mondo crypto di rivelare i dettagli delle transazioni, al fine di tutelare gli utenti.
L’euro digitale non avrà senz’altro meno problemi da discutere rispetto ad altre criptovalute e bisognerà cercare il giusto compromesso per la sua regolamentazione, tentando di ricongiungere le esigenze degli utenti che richiedono la massima trasparenza a quelle degli investitori che esigono la massima privacy.