Padova 2020 attacca Saia: “Al livore securitario preferiamo la pietas di don Bizzotto”

 

In merito alle contrapposizioni tra l’assessore alla sicurezza Maurizio Saia e don Albino Bizzotto (clicca qui per leggere la campagna stampa del Mattino di Padova) riceviamo e pubblichiamo una analisi da parte di Padova2020.
L’assessore Maurizio Saia scomoda la categoria dell’altrove per indicare a don Albino Bizzotto il “luogo” in cui dovrebbe andare a svolgere le sue attività di beneficenza nei confronti dei poveri e degli emarginati. Delocalizza, lui, come è evidente nella sua quotidiana attività di ripuliture di incroci e luoghi frequentati da accattoni. Non si domanda da dove venga quella miseria, non si domanda chi la causa, vuole solo un po’ di cosmesi urbana che consiste nello spostare un po’ più in la quel brutto spettacolo della miseria che incombe sui suoi cittadini, a suo dire disturbati da tali sgradevoli viste.
Allora si vedono vigili e vigilesse che, urbanamente o meno, allontanano, fermano, ripuliscono.
In nome dei cittadini, s’intende!
Ma le cause di tutto ciò, se le chiede l’Assessore? Si chiede mai se una colpa ce l’abbiano anche i possessori di capitali che li esportano, che investono all’estero? Se lo chiede mai se una colpa ce l’abbiano i nostri imprenditori che chiudono qui le loro aziende per andare a produrre all’estero dove la manodopera costa ancora meno che qui e le regole, soprattutto quelle ambientali, non esistono? Perché se la povertà esiste una ragione c’è ed è ipocrita cercare di sovrapporre alla condizione di povero la colpa di esserlo. Le vittime di questa crisi, che è fatta soprattutto del trionfo ingordo e crasso dell’egoismo, sono destinate ad aumentare e la fascia dell’emarginazione si allargherà sempre più.
Don Albino tutte queste cose le sa ma ci mette ugualmente del suo, ci prova e ci dà un segnale di umiltà e di solidarietà, un segnale che Padova ha sempre saputo accogliere. Se ne faccia una ragione l’Assessore Saia, si convinca che la sua campagna non gli porterà più voti di quelli che ha già preso. Anzi c’è il rischio, per lui, che i padovani si riconoscano più nella pietas di Albino che nel livore sicuritario del paladino del “Piazza pulita!”

Gianni Ballestrin – coordinatore gruppi tematici di Padova2020