Padova ad un passo dalla serie A. I preparativi tra speranza e scaramanzia

 

“Se il Padova raggiunge la promozione ho fatto un voto: vado a piedi da casa mia fino al santuario di Sant’Antonio a Camposampiero. Sono quasi 40 chilometri ma questa sarà la mia maniera di festeggiare l’eventuale impresa”. A dirlo è Barbara Carron, secondo molti commentatori sportivi la più fascinosa dirigente sportiva d’Italia. Già in occasione della promozione dalle LegaPro alla serie B “Lady B” come la chiamano i tifosi, si fece taturare su una spalla la data della trasferta vittoriosa di Busto Arsizio. E sulla scaramanzia della trasferta vincente puntano i molti padovani costretti a rimanere a Padova dopo che i 1800 biglietti messi a disposizione dei fedelissimi biancoscudati sono andati bruciati inpochi minuti.
In tema di scaramanzia, il Padova domani sera allo stadio “Silvio Piola” non dovrebbe indossare la maglia fluo, considerata un portafortuna visto che con quella divisa i padovani guadagnarono la serie cadetta sul campo della ProPatria e si salvarono nello spareggio play out dello scorso anno al Nereo Rocco di Trieste.
Tre i megaschermi approntati in città dove dovrebbero radunarsi almeno 10mila persone in tutto. Particolarmente suggestiva la location del mega schermo piazzato di fronte alla curva nord dello stadio “Silvio Appiani” a due passi dalla piazza di Prato della Valle. Lo stadio per una ottantina d’anni è stata la casa dei biancoscudati, e lì dove scendeva in campo il Padova di Nereo Rocco trepideranno per 90 minuti cinquemila padovani, pronti a riversarsi in piazza per una festa che andrebbe avanti per buona parte della notte: lunedì infatti a Padova, città di Sant’Antonio è festa e molti uffici ed attività produttive osservano il giorno di festa.  (ANSA)