Padova da promuovere e da bocciare: pagella (semiseria) di questo 2017

 

Proviamo a fare la pagella semiseria della città di Padova e del suo circondario. Come al solito tra il serio e il faceto, sperando che nessuno se ne abbia a male e si incazzi.
Voto 10 alla Cooperativa Giotto ed a Nicola Boscoletto.
L’immagine che mi ha fatto compagnia durante queste feste di Natale è stata gli occhi azzurri di Michele, un ex detenuto del carcere di via Due Palazzi. Dietro le sbarre Michele ci è finito 12 anni fa, non so per cosa, non ho voluto saperlo. Qualsiasi cosa abbia fatto nel 2005, è un uomo diverso da quello che è entrato. “Sono felice di aver incontrato queste persone – mi confidava durante il piccolo buffet di inaugurazione della nuova sede della cooperativa negli spazi del consorzio agrario, arredati da una donazione di Ikea – perchè mi ha cambiato la vita imparare un mestiere ed avere qualcuno che mi desse una mano anche fuori. Sai non è facile gestire la propria libertà, stare in mezzo alla gente di nuovo mi dà ancora un po’ di vertigine”.
Ecco, gli occhi di Michele e la soddisfazione di Nicola Boscoletto mentre mi raccontava i numeri del 2018, che per lui non sono numeri, ma sono nomi e cognomi, storie, mi ha fatto bene poco prima di Natale. Mi sono perso gli auguri del presidente della Camera di Commercio e del Vescovo, quel giorno, per essere alla coop Giotto. Pazienza.

Voto 9 ad Andrea Tonello per un Natale con il grande fuoco d’artificio di Giorgio Moroder.
E’ nata una stella, e mica stiamo parlando di Giorgio Moroder, che brilla di luce propria da tanti anni, ed ha a casa una filza di premi Oscar, Grammy ed altre robette così. L’antivigilia di Natale è stata la sera dell’incoronazione del gruppo creato anni fa da Tonello ed un gruppo di ragazzotti coraggiosi, che hanno dimostrato già con una sfilza di Vintage Festival che la cultura può essere, alta, popolare e anche un business. Bravi, bravi e ancora bravi.
Come successe altempo di Ivo Rossi, che spalancò a Tonello & Co. le porte del centro San Gaetano, fancendo su di loro una scommessa vinta, così ora la nuova amministrazione ha una bella freccia al proprio arco: un gruppo di creativi capaci di organizzare eventi di livello europeo, per una volta a casa loro, e cioè con quel qui di amore in più di chi vuole fare le cose per bene anche perchè gioca in casa.

Voto 8 a Roberto Bonetto ed allo staff del Calcio Padova.
Il Padova è campione d’inverno. Cosa che non capitava da un gran pezzo in Lega Pro e che quando è successa ha sempre significato promozione in serie B. Merito di Roberto Bonetto, presidente monocratico del calcio Padova. Ha deciso di prendere in mano il Padova tutto da solo, togliendosi di dosso l’alibi della coppia con il generoso Bepi Bergamin. I fatti, a iniziare dalla scelta dell’allenatore, gli stanno dando ampiamente ragione. Scaramanticamente continuiamo a tenere le dita incrociate.

Voto 7 a Diego Zabeo e la squadra di Zed!
Portare i Pearl Jam e Vasco Rossi in doppia data allo stadio Euganeo è una cosa straordinariamente ordinaria per Padova, che forse si è abituata sin troppo alla presenza di questa fabbrica del divertimento che riversa con i maxi concerti letteralmente milioni di euro sul sistema alberghiero e della ristorazione, solo per fermarsi agli effetti più diretti ed evidenti. Bel colpo Mr. Zabeo, in attesa che la risistemazione dell’area di corso Australia dia ulteriore stabilità a questa realtà nata anni fa, tra mille polemiche, è bene ricordarlo, grazie all’intuizione dell’allora assessore Alvaro Gradella. Quanto venne scritto e gridato su quei 40 milioni di lire per il concerto di Bon Jovi. Eppure fu lì che la stella dell’organizzazione di eventi a cui lavorano stabilmente centinaia di persone, nacque.

Voto 6 più a Fernando Zilio e i suoi collaboratori della Camera di commercio.
Hanno portato a casa un tesoretto importante, frutto della dismissione di una partecipazione giudicata non più cruciale. Parte di quel patrimonio è servito per tappare le falle di Fiera Immobiliare, la società proprietaria dei muri dell’ex ente glorioso di via Tommaseo, da anni tutt’altro che splendente.
Ora rimane da capire se si passerà dalle molte parole e convegni sulla Padova 4.0 ai fatti. Il più lo mettiamo per fiducia che finalmente nel 2018 si passi dalle parole ai fatti.

 

Voto 6 (meno) a Sergio Giordani ed alla sua amministrazione.
Dovessimo giudicare solo dal risultato elettorale bisognerebbe dargli otto. Dovessimo giudicare dalla conduzione dei primi due o tre mesi, dovremmo dargli quattro. Facciamo media e cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno. Decreto ministeriale per il tram (parte del bicchiere piena), voglia di stravolgere ulteriormente il sistema di trasporto con una filovia senza binario, non omologata in Italia e due idee diverse di percorso in giunta, ci fanno aggiungere il meno. Sull’ospedale quell’accordo appare talmente fumoso e privo di effetti (vista la scelta dell’area, verrebbe da aggiungere per fortuna) che tanto vale solo accennarne e scrollare le spalle in attesa di tempi migliori.

Voto 5 a Lorenzoni ed ai suoi civici arancioni.
Girano a vuoto i civici che dovevano colorare di nuovo Padova. Ed invece sono là, con una assemblea recentemente spaccata a metà, senza incidere ingoiando rospi come fossero caramelle Zigulì. Avevano promesso stop al cemento e si cuccano un ospedale da migliaia di metri cubi a padova est. Avevano promesso massima trasparenza e si sono beccati tra capo e collo un commissariamento di fatto del vice sindaco che non tocca palla sulle questioni più importanti. Doveva essere la forza che cambiava Padova dalle fondamenta: hanno approvato nella sostanza l’ipotesi voluta da Massimo Bitonci sull’ospedale e si trovano con un pugno di mosche su trasporti e urbanistica.

Voto 4 a Massimo Bitonci
E’ riuscito a perdere le elezioni dopo aver perso pezzi della sua maggioranza con una pervicacia autolesionista degna della peggiore sinistra. E non ha fatto nemmeno un secodo di autocritica, sparano contro tutto e tutti e conducendo l’opposizione come se fosse un gruppo di scout in gita. Risultato, ha perso altri tre consiglieri comunali, tra cui l’ex fedelissimo Matteo Cavatton, quello della mostra dei dinosauri costata un milione di euro, per capirci.
Tornerà in senato, dicono. C’è da scommettere che a parte un manipolo di ultras xenofobi e vagamente nevrotici, in pochi lo rimpiangeranno.

Voto 3 agli amministratori di Padova Tre.
Padova non ha probabilmente riflettuto abbastanza su quanto marcio sia emerso dalla gestione di Padova Tre. Un carrozzone orrendo dentro cui hanno affondato le dita in molti, dimostrando che destra e sinistra, quand’è ora di portarsi a casa una fetta di potere, troppo spesso si assomigliano. Speriamo serva di lezione. Sperare anche che qualcuno paghi per quel buco rimane una pia illusione.

Voto zero agli amministratori di Albignasego che si sono inventati il limite a 70 km/h in tangenziale
Nella peggiore logica transfrontaliera, gli amministratori del Comune che di fatto è una grande periferia di Padova, hanno deciso di trasformare due chilometri di tangenziale in una gallina dalle uova d’oro, sulle tasche delle eprsone che ogni giorno transitano in quel tratto di strada. Un atto al limite della pirateria amministrativa.

Buon 2018 a tutti
Alberto Gottardo