Pasti negli ospedali veneti: Pd all’attacco di Zaia & Co. “Di fatto Serenissima monopolista, altro che concorrenza”

 

alt“Il 95% dei pasti negli ospedali sarà da Serenissima Ristorazione, grazie all’aggiudicazione dell’ultimo appalto da 303 milioni di euro dell’Azienda Zero. La Regione non ha niente da dire su una situazione alquanto anomala? Con questo bando ha davvero garantito la libera concorrenza o ha invece favorito il consolidamento di una posizione già dominante che di fatto sancisce il monopolio nella ristorazione della sanità?”. A chiederlo sono il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso e il consigliere Claudio Sinigaglia primi firmatari di un’interrogazione (sottoscritta dai colleghi dem e da Cristina Guarda della lista AMP) in cui si chiede di fare chiarezza sul caso, alla luce anche della denuncia all’Autorità nazionale anticorruzione da parte di un’azienda concorrente.

“Negli ultimi anni Serenissima Ristorazione, impresa che fa capo a Mario Putin, ha avuto un notevole incremento, visto che nel 2010 la quota di pasti fornita agli ospedali era del 61%. Adesso arriverà al 95%, secondo quanto riferito dalla stampa locale, poiché ha vinto la gara aggiudicandosi tutti e sei i lotti. Per il primo ha concorso in raggruppamento temporaneo, per gli altri in proprio”.  E qui, spiegano i rappresentanti del Partito Democratico c’è la prima anomalia del bando: “Solitamente in gare di appalto simili è vietato ai concorrenti di partecipare in più di un raggruppamento temporaneo o consorzio e anche in forma individuale qualora abbia già presentato un’offerta insieme ad altre imprese”. Ma i dubbi dem si concentrano su un altro aspetto: “E’ stata inserita una clausola che vieta l’utilizzo delle cucine degli ospedali per preparare i pasti, diversamente da quanto avviene in genere per bandi analoghi. E, casualmente, Serenissima Ristorazione è l’unica in Veneto ad avere un proprio centro di cottura col sistema ‘cook and chill’ nel comune di Boara Pisani”.

“A questo punto la posizione dominante di Serenissima Ristorazione è evidente: perché – chiedono Fracasso e Sinigaglia – non sono stati introdotti criteri per garantire la massima concorrenza come in altri bandi analoghi?”.