Presentato a Padova l’esoscheletro “Phoenix”, l’innovazione tecnologica completamente made in Italy

 

“Un passo che fa la differenza”, questa la missione dell’esoscheletro “Phoenix”. L’avveniristica protesi bionica che consente a chi ha perso l’uso delle gambe di rimettersi in piedi e tornare a camminare, interamente prodotta in Italia, è stata presentata nel corso di un convegno che si è svolto venerdì 13 gennaio all’Auditorium Pontello del Centro Civitas Vitae di Padova, davanti a un’attenta platea di addetti ai lavori, autorità e studenti universitari.

«Negli ultimi tempi la realizzazione di dispositivi medici protesici ha registrato notevoli progressi tecnologici grazie alla meccatronica, scienza che studia e sviluppa macchine capaci di simulare il comportamento di organismi viventi e/o di loro parti integrando meccanica ed elettronica» spiega il dottor Massimo Pulin, presidente dell’associazione internazionale Icora, che ha organizzato l’incontro in collaborazione con Salute per il Veneto e Confapi Padova. «Tra tutti i nuovi dispositivi proposti o in via di sviluppo, gli esoscheletri per applicazioni medicali rappresentano indubbiamente una delle novità più interessanti, destinata ad aprire nuove strade e migliorare la qualità della vita degli utilizzatori, in un modo impensabile fino a pochi anni fa. Il nuovo esoscheletro si chiama “Phoenix”, dal nome della Fenice che risorge dalle ceneri. Un nome ambizioso, così come ambizioso è il progetto alle spalle».

L’idea progettuale è dell’azienda M.E.S. S.p.A. di Roma e punta a consentire a persone con difficoltà motorie di “normalizzare” – per quanto possibile – la propria vita quotidiana, attraverso un supporto a basso impatto fisico e visivo e con un prezzo di vendita notevolmente inferiore rispetto a quanto sinora richiesto dal mercato per prodotti similari. Orthomedica Variolo S.r.l., società padovana attiva nel campo degli apparecchi ortopedici su misura, ha intrapreso un’importante collaborazione con M.E.S. S.p.A. per la distribuzione e la costruzione degli arti inferiori di “Phoenix” oltre a fornire assistenza, in esclusiva per il territorio di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, per il dispositivo, che porterà sicuramente molte persone a ritrovare momenti di vita attiva.

Molti i partners e collaboratori del settore bio-medicale coinvolti nel progetto. Tra tutti, merita di essere menzionato il professor Homayoon Kazeroony, dell’università californiana di Berkeley, esperto di robotica con oltre venti anni di lavoro e progettazione diretta di esoscheletri di vario tipo.

Ma quali sono le principali caratteristiche di “Phoenix”, tali da renderlo così innovativo? La leggerezza del prodotto, la modularità e la vestibilità dello stesso. Nello specifico, sono sintetizzabili nei seguenti punti:

  1. È un esoscheletro leggero e facile da indossare, che con i suoi 12,5 kg circa, distribuiti nei moduli che lo compongono, consente un’agevole vestibilità; 
  1. ha una grande autonomia di utilizzo ed è munito di un computer in grado di gestire al meglio il movimento coordinato delle articolazioni;
  1. l’utilizzatore può controllare autonomamente le funzioni dell’esoscheletro, tramite comandi manuali posti nelle stampelle “wireless”, con possibilità di regolare ed impostare diverse velocità e la lunghezza del passo;
  1. è un esoscheletro ergonomico e facilmente adattabile alla morfologia dell’utilizzatore, indossabile in totale autonomia;
  1. è un esoscheletro modulare, così da rispondere al meglio alle diverse esigenze;
  1. ha un costo contenuto e, pertanto, dovrebbe essere un dispositivo alla portata di molti dei potenziali utilizzatori.

L’esoscheletro “Phoenix” è stato pensato per tutte le persone con deficit totali o parziali nella deambulazione, causati da diverse patologie quali eventi traumatici, malattie degenerative e neoplasie. Phoenix consente di passare dalla posizione seduta alla posizione eretta e viceversa, di camminare e di porsi alla guida di veicoli, opportunamente adattati alle varie disabilità: tutto ciò in completa autonomia. Mantiene la posizione eretta del paziente (senza l’ausilio delle stampelle) e lascia le mani libere.

L’esoscheletro è composto da moduli funzionali utilizzabili separatamente. Il “modulo anca” è autonomo ed autosufficiente. Può essere regolato in base alle esigenze individuali. Compensa la paresi totale o parziale dei muscoli flessori dell’anca e dei glutei, causata da traumi al midollo spinale e patologie di varia natura quali sindrome post-polio, ictus e sclerosi multipla. Fornisce assistenza sia in flessione che in estensione senza ostacolare i movimenti durante ogni passo e permette di sincronizzare i parametri del passo durante il cammino. Il “modulo ginocchio” compensa la debolezza o paralisi del quadricipite, le lesioni parziali del midollo spinale, la sindrome post-polio e la sclerosi multipla. L’impedimento è controllabile in risposta alla flessione durante l’appoggio. Non impedisce l’estensione in ogni momento, così come non impedisce la flessione e l’estensione durante l’oscillazione. L’arto inferiore è costituito da moduli universali per l’uso presso una struttura ospedaliera, mentre per l’utilizzo permanente i tutori di arto inferiore vengono realizzati su misura per diminuire sia il peso che l’ingombro.

La presentazione del progetto si è avvalsa di una dimostrazione pratica di utilizzo da parte del ventunenne Eugenio Dal Buono e ha coinvolto una nutrita schiera di esperti del settore. Al convegno sono intervenuti come relatori:

– il Dott. Paolo Boldrini – Direttore Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitativa USLL 9 – Treviso, e presidente nazionale SIMFER

– il Dott. Pierluigi Castiglione – Direttore Medicina Fisica NIREM – Ospedale Riabilitativo

di Mezzaselva di Roana (VI)

– il Dott. Guido Griguol – Presidente Salute per il Veneto

– il Dott. Fausto Panizzolo – School of Engineering and Applied Sciences, Harvard University

– il Prof. Nicola Petrone – Dipartimento di Ingegneria Industriale Università di Padova

– l’Ing. Carlo Piscitelli – A.D. MES S.p.A. Roma

– il Dott. Massimo Pulin – Presidente ICORA

– il Prof. Giorgio Rizzato – Docente Psicologia e Medicina Legale Università di Padova, Direttore Scientifico NIREM – Ospedale Riabilitativo di Mezzaselva di Roana (VI)

– il Dott. Davide D’Onofrio – Direttore Confapi Padova

– il Dott. Ermes Vedovi – Dirigente medico Fisiatra AOUI Verona, Coordinatore Scientifico ICORA

Foto Alessandra Lazzarotto