Prestito ad usura, arrestato dai carabinieri pasticcere di Piove di Sacco

 

Aveva prestato 50mila euro ad un imprenditore in difficoltà, med ogni mese il monte di denaro da restituire andava su del 20% su cui venivano ricalcolati gli interessi. Fino a quando l’imprenditore strozzato non ce l’ha fatta più ed ha denunciato tutto ai carabinieri di Padova. E’ una storia di ordinaria crisi e di un triste sciacallaggio quella che emerge a seguito dell’arresto di Augusto Cesare Destro, 48 anni, pasticcere di Piove di Sacco. Destro, titolare della pasticceria “L’artigiana”, è stato arrestato ieri pomeriggio dai militari della Compagnia dei carabinieri di Padova per estorsione e usura nei confronti di un imprenditore di 44 anni residente nell’hinterland padovano. L’arrestato è stato trovato con in auto i 5000 euro in contanti che i carabinieri avevano fotocopiato prima che il “cliente” di Destro si presentasse all’appuntamento. Il pasticcere, stando al racconto della vittima, avrebbe fatto lievitare in quattro anni la cifra finale degli iniziali 50mila euro a 400mila euro. Nella perquisizione nella casa dell’indagato i carabinieri hanno sequestrato 18 mila euro in contanti, di cui 7.200 in monete, oltre a vari assegni bancari per un importo complessivo di 35 mila euro e altri assegni postdatati per 200 mila euro firmati dalla vittima, monili d’oro e orologi di marca. Inoltre, in una cassetta di sicurezza di una banca, sono stati recuperati altri 25 mila euro in contanti. I carabinieri stanno svolgendo indagini per accertare se oltre all’imprenditore ci siano altre persone che siano rimaste vittime di prestiti a tassi usurai.

“Ai carabinieri di Padova va il nostro plauso – commenta Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti – ma oltre alla repressione dell’Arma occorre una decisa opera di prevenzione e questo possono farlo solo le banche. Infatti è un sistema criminogeno quello degli istituti di credito che non concedono finanziamenti nè crediti alle imprese piccole e medie che sono la spina dorsale della nostra economia.
Se c’è chi presta denaro ad usura – aggiunge Paccagnella – è perchè le banche hanno smesso da un pezzo di fare il loro mestiere. Sono diventate insomma criminogene: se esiste l’usura in gran parte è anche grazie ad un sistema perverso. Gli istituti di credito si muovono in una maniera peggio che medievale: l’imprenditore estorto sicuramente si è rivolto prima di cadere nelle braccia degli usurai, ma evidentemente preferiscono guadagnare denaro a piene mani comprando titoli di stato che rendono il quadruplo del denaro che hanno chiesto a prestito alla banca centrale europea”.
Quasi quotidianamente a Federcontribuenti si rivolgono aziende che hanno problemi drammatici di liquidità e che si trovano di fronte ad un muro di gomma quando chiedono finanziamenti alle banche che da anni hanno quelle imprese come clienti.
“Sono decine gli imprenditori disperati che ogni mese convinciamo a non cadere nella spirale senza fine degli usurai – conclude Paccagnella – agli imprenditori consigliamo di non darsi per vinti, ed anzi di contrattaccare facendosi fare da dei professionisti seri un ricalcolo degli interessi pagati negli anni scorsi. In moltissimi casi risulta che sono le imprese ad essere in credito nei confronti della banca in quanto hanno versato specie alla fine degli anni ’90, interessi usurai alle banche”.