Ancora presidente della Fondazione Cariparo a 84 anni. Un appello ad Antonio Finotti, il “nonno” ricco di Padova

 

Leggo sul Corriere del Veneto di oggi che Antonio Finotti continuerà ad essere il presidente della Fondazione Cassa di risparmio del Veneto anche per il prossimo lustro. E non so se essere contento per lui e per la città di Padova che dalla Fondazione trae parecchi benefici. Io a 84 anni spero di avere un sacco di nipoti, come mio padre che dopo una vita in fabbrica adesso, che ne ha 78, si dedica alla sua famiglia, a far ammattire mia mamma, insomma alla vita. Spero insomma di non fare ancora il giornalista a 84 anni. Perché la parte più bella della mia vita non è la stima dei miei colleghi, né lo status, per quanto piccolo ed effimero, che una professione ti dà. La mia vita è resa bella dagli abbracci con mia moglie, dalle ore di sonno perse per calmare le colichette di mia figlia, da una birra con un amico. Io faccio il giornalista perché mi appassiona prima ancora di darmi da vivere, ma quello che mi ricorderò con nostalgia e spero con orgoglio, quando avrò 84 anni, saranno le ore spese a giocare con i miei nipoti, i sabato pomeriggio allo stadio con mia madre, quella serata alla convention di pugilato con mio papà. E spero di avere nel 2060 i nipoti a cui pensare, o forse i pronipoti. Nessuno mi chiamerà presidente, come facciamo noi cronisti con l’84enne Antonio Finotti. Spero che qualcuno mi chiamerà con affetto e rispetto nonno, come fanno i miei nipoti con mio padre, che di anni ne ha sei di meno.

Mio padre mi ha detto che sta pensando di non fare il rinnovo della patente dell’auto quando compirà 80 anni. “Sai ad una certa età i riflessi non sono più quelli di una volta”. Lui che è una roccia, si è reso conto che gli anni passano, che a 80 anni puoi essere meno lucido, meno pronto di un tempo.

Antonio Finotti credo abbia l’autista, o almeno lo spero. E si appresta a guidare ancora una macchina da 1700 milioni di euro di patrimonio, che distribuisce a Padova e Rovigo 40 milioni di euro. Evidentemente si sente più lucido e più pronto di mio padre, che pure è più giovane.

O forse non ha dei nipoti che lo aspettano a casa e che lo chiamano con rispetto e affetto nonno. Ed allora mi dispiace per lui. Antonio Finotti mi sembra una persona onesta e seria, non mi metto a fare ragionamenti di sistema su come è gestita la Fondazione: ho un mutuo ed un conto corrente con la Cassa di risparmio di Padova e Rovigo e sono cittadino di Padova, ne avrei il titolo, ma non è questo il senso del mio ragionamento. Se nessuno tra sindaco, presidente della Camera di Commercio e gli altri che hanno voce in capitolo sulla nomina si pone il problema vuol dire che sulla destinazione dei 40 milioni di euro in opere sociali non c’è nulla da eccepire. Io quando lo incontro Antonio Finotti lo saluto con rispetto perchè so che c’è da fidarsi di uno come lui. Da padovano spererei per lui e per la città che qualcuno di più giovane e dinamico gli succeda, ma non credo che glielo dirò direttamente. Mi dispiacerebbe che si offendesse: non ho la confidenza necessaria per spiegargli di persona che uno alla sua età farebbe meglio, per sé stesso in primis, a pensare alla famiglia, ai nipoti, se ce li ha. Qualcuno gli faccia leggere questo mio personale appello, dubito che legga un piccolo sito internet, anche perché appartiene a una generazione che reputava la macchina da scrivere già una innovazione prodigiosa. Mi chiedo se a Padova, in tutta la città, ci sia una persona migliore e anche più giovane, degna almeno quanto Antonio Finotti, di guidare la Fondazione Cassa di Risparmio del Veneto. Se non c’è, allora lunga vita ad Antonio Finotti, condannato alla presidenza a vita.

 

Alberto Gottardo