Profughi a Battaglia Terme, giornalismo e quella tesi che non si avvera

 

Chissà cosa si aspettava di trovare Mario Zwirner, condirettore di Telenuovo quando è entrato nel centro di accoglienza profughi di Battaglia Terme. Certo non ha trovato pericolosi delinquenti, o gente assetata di sangue e saccheggio. Ma otto donne. Peccato non aver potuto ascoltare le loro storie. Zwirner infatti dà voce a tutti, il sindaco di Battaglia, l’operatore della struttura di accoglienza, gli anziani frequentatori del bar del paese. Le due donne nigeriane, la mamma eritrea, rimangono personaggi muti e sorridenti della vicenda profughi.
Certo di Fabrizio Gatti ce n’è uno solo, mica puoi pensare di rifare quel capolavoro che è il libro Bilal in cinque minuti di servizio televisivo. Ma un servizio che si era aperto bene, con le dichiarazioni di buon senso del sindaco di Battaglia terme, si chiude malissimo, con una serie di luoghi comuni (clicca qui per capire come le ultime frasi di Zwirner siano destituite di ogni fondamento giornalistico) che forse nascondono una certa delusione: se si cercavano persone pericolose, pronte ad invaderci, si sono trovate otto donne, dal sorriso gentile.

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