Profughi a Brusegana: la preoccupazione del consigliere Gianni Berno (Pd)

 

Dal Consigliere comunale Gianni Berno riceviamo e pubblichiamo:
Quando a giugno un gruppo di consiglieri comunali del PD andò a visitare il centro in fase di allestimento a cura della Provincia in zona Brusegana-Cave (dietro al Centro Socio Sanitario ai Colli presso l’ex sede dell’Ist. Natta) si parlava di un centro di smistamento per gestire i profughi in arrivo da Lampedusa o altri siti per un breve lasso temporale, in attesa della destinazione in piccoli gruppi presso i Comuni della Provincia di Padova. Il centro si poneva l’obiettivo di ospitare massimo 40 presenze.

A distanza di alcuni mesi pongo alcuni interrogativi e preoccupazioni come consigliere di questa città nonché in qualità di residente di Padova Ovest.

In questi mesi sono arrivati circa 150 profughi di cui circa 100 hanno trovato una destinazione presso alcuni Comuni e soprattutto parrocchie e associazioni della Provincia di Padova. In questo momento sono 55 i profughi accolti nel centro gestito con molta disponibilità e professionalità dalla Coop. Terra sotto la direzione della Provincia; il numero è decisamente troppo alto.

Questi giovani potendosi muovere liberamente (presso il centro dormono e consumano i due pasti) di fatto trascorrono passivamente la giornata nelle vie e nelle piazze di zona Brusegana-Cave, zone che com’è noto vedono già una massiccia presenza di cittadini di origine straniera con una forte componente di origine africana;
Le tante ore passate senza alcuna occupazione preoccupano non poco i residenti e il fatto nuovo che sta emergendo è una serie di contatti poco chiari tra questi giovani profughi ed alcuni adolescenti locali; c’è il forte timore di degenerazioni (abuso di alcol e uso – spaccio di sostanze).
Che cosa propongo?
1) diminuire il numero di presenze presso il centro di smistamento (30-40 al massimo);

2) tenere fede alle finalità per cui il centro è sorto: brevi soggiorni per un veloce smistamento nei comuni della provincia a piccoli gruppi con chiusura del centro appena sarà rientrata l’emergenza;

3) attivare per i giovani profughi semplici attività lavorative per occupare in modo proficuo il tempo e dare un senso alla permanenza presso il centro evitando facili degenerazioni; a tal proposito va ricordato che il centro gestito dal Comune di Padova (ex Gabelli) attiverà per fine agosto – d’intesa con il settore sociale e verde – una serie di servizi e piccoli lavori di manutenzione presso i parchi della città a cura dei circa 25 profughi accolti in quella struttura. Lo stesso può fare urgentemente la Provincia per le persone accolte in zona Brusegana (piccoli lavori di manutenzione su strutture della Provincia, qualche breve lezione di lingua etc. E’ vero che se mediamente costoro si fermano 20 giorni non è possibile attivare veri e propri corsi di formazione e attività finalizzate all’integrazione ma il fatto stesso di tenere occupate proficuamente queste persone è già un obiettivo importante;

4) intensificare i controlli delle forze dell’ordine nelle zone di Brusegana e Cave che già normalmente hanno difficoltà proprie determinate da una veloce trasformazione del tessuto sociale della zona sud del quartiere 6;

5) assicurare a cura della Prefettura in collaborazione con le varie istituzioni la disponibilità di tutti i Comuni della Provincia ad accogliere un piccolo gruppo di profughi (il Comune di Padova sta già facendo la propria parte); è evidente che la concentrazione crea difficoltà e conflitti ed è necessario che tutti facciano la propria parte, compresi i comuni gestiti da sindaci leghisti. Non è quello che chiede loro il Ministro Maroni?

Ci aspettiamo dunque che la Presidente della Provincia Degani d’intesa con il Prefetto tengano monitorato quotidianamente il funzionamento di questo centro a Brusegana che non può diventare un “collo di bottiglia” con crescita del numero di profughi per la non disponibilità di chi pone una questione ideologica. E chi è accolto presso il centro è opportuno che sia impegnato.
Questo farà bene ai giovani profughi e verrà apprezzato dai cittadini residenti.

Gianni Berno – Capogruppo PD – Comune di Padova