“Io sono Li”, una favola senza lieto fine e il voto agli immigrati a Padova

 

Questa sera l’associazione “Salboro incontra” organizza un dibattito nella sala del consglio di quartiere di via Guasti, alle 20.45 sul valore e il significato di “Io sono Li”. Alla tavola rotonda partecipano il regista Andrea Segre, che ha saputo raccontare con molto garbo una bella storia d’amore sulla quinta scenica naturale di una chioggia invernale, Francesco Bonsembiante, produttore del film, Simone Falso, che ha lavorato alla fotografia del film, Marco Contino, critico cinematografico del Mattino di Padova e il vice sindaco Ivo Rossi. E’ una bella maniera per avvicinarsi all’appuntamento di domenica, a cui Marco Paolini, che nel film ha una parte importante e Andrea Segre, regista del film, che sarà presente  alla Guizza, dedicano questo ragionamento che riceviamo e pubblichiamo:
“Non è una domenica qualsiasi quella che Padova si appresta a vivere e celebrare questo 27 novembre.
Il Comune ha indetto le elezioni della Commissione per la rappresentanza dei cittadini stranieri, il cui Presidente farà poi parte ufficialmente (sia pur senza diritto di voto) del Consiglio Comunale della città.
Domenica tutti gli oltre 30mila cittadini stranieri residenti a Padova potranno andare ad esprimere il loro voto nei locali della Fiera; potranno esprimere e veder riconosciuta la loro partecipazione a quella che per la gran parte di loro è ormai una nuova e stabile cittadinanza.
E’ un atto che non può essere vissuto né come accidentale né come puramente formale. E’ un momento di reciproco riconoscimento: io sono qui e posso prendere la parola.Tu sei qui e puoi ascoltarmi. Io esisto in questa società, in questo tempo e mi viene chiesto di mettere in gioco il mio ruolo democratico di cittadino, mi viene chiesto di aiutare la costruzione di una convivenza civile che non devo supplicare ma che posso agire. Io straniero divento parte del tessuto sociale della mia città. Tu italiano puoi finalmente conoscere la mia opinione.
D”altronde, lo ha detto chiaramente anche Napolitano, è ormai inaccettabile pensare di continuare a costruire e gestire la vita democratica del nostro Paese senza creare occasioni di dialogo e inclusione multiculturale non solo informali, ma anche ufficiali. La decisione del Comune di Padova non può che essere letta come uno stimolo coraggioso all’attuazione di due riforme necessarie : l’introduzione del diritto di voto amministrativo dei cittadini stranieri residenti in Italia e l’introduzione dello ius soli nella legislazione sul diritto di cittadinanza.

Il voto di questa domenica  può per questo diventare una cerimonia laica per celebrare la nascita di una città e di una società più aperta e meno vittima di facili demagogie xenofobe.
Certamente non può e non deve rimanere iniziativa isolata e di facciata, ma ha in sé un grande valore politico e culturale.
Non c’è più spazio per i professionisti della paura, per chi continua ad alimentare facili paure al solo scopo di mietere consensi elettoriali. Sono vecchi e noiosi tromboni che tengono il Paese incollato ad una chiusura anacronistica e controproducente.
Padova, nel cuore di una delle regioni più multiculturali d’Europa, può lanciare un segnale forte di cambiamento: non abbiamo più paura, ma siamo pronti a vivere il cambiamento.
E per farlo abbiamo bisogno di conoscere e ascoltare le opinioni dei nuovi cittadini, dei nuovi elettori.
Perché ora non siamo più soli, ma siamo tutti qui. Insieme.

Ci auguriamo che siano molti i cittadini stranieri residenti a Padova che andranno a votare.
E ci auguriamo ugualmente che siano molti i cittadini padovani che celebrino questo importante momento invitando  i loro vicini di casa, compagni di studio, colleghi di lavoro, collaboratrici domestiche, gestori di bar e negozi, operai, ristoratori, commercianti, infermieri, benzinai, parrucchieri e amici ad andare a votare.

Buona domenica a tutti”.

Andrea Segre, Marco Paolini e Francesco Bonsembiante