“Ivo Rossi guida del centrosinistra”. Capizzi e Silva dopo le interviste dell’ex sindaco

 

Dopo le interviste di mercoledì ai giornali ed a Tv7Triveneta continuano le reazioni al messaggio dell’ex sindaco Rossi, che invita il centrosinistra ad unirsi sotto una visione condivisa della città (clicca qui per leggere un estratto delle interviste).
Parole di soddisfazione le ha espresse nelle scorse ore il consigliere comunale della lista civica “Con Ivo Rossi per Padova” Jacopo Silva.
“Sono orgoglioso di aver corso assieme a tantissimi esponenti della lista civica al fianco di Ivo Rossi – dice Jacopo Silva -. Il tempo darà ragione a scelte frutto di una condivisione faticosa con la classe medica e con l’università, come il nuovo ospedale o della necessità di dotare Padova di nuove linee del tram, i cui finanziamenti giacciono fermi nelle casse dello Stato. Occorre ritornare ad avere il coraggio di sostenere anche idee che appaiono impopolari. Lo chiede una classe politica che a Padova ha saputo fare scelte coraggiose: credo che sarebbe stato più facile negli anni del boom economico dire no alla zona industriale o negli anni ’80 e ’90 cedere a chi non voleva la pedonalizzazione del centro storico. Ma i politici di allora ebbero coraggio e lungimiranza. Lo stesso stile e le stesse qualità che si riconoscono in Ivo Rossi”

Alfio Capizzi, componente della segreteria cittadina del Pd analizza invece una intervista a Francesco Fiore, comparsa oggi sul Gazzettino di Padova. (Clicca qui per leggere un estratto dell’intervista)
“Credo che le reazioni di Fiore al ritorno in campo di Ivo siano lo specchio della sua paura, la paura che i cittadini animati dal buon senso civico di Padova 2020 scoprano l’essenza del comportamento dello stesso Fiore, che ha utilizzato il civismo per fare vecchia politica con tutte le liturgie della vecchia politica – analizza Capizzi –  In effetti Fiore è stato il problema del centrosinistra e lui stesso lo certifica oggi sul gazzettino: voleva che il suo movimento civico (10%) avesse lo stesso peso del partito di maggioranza, voleva porsi in maniera totalmente paritaria senza pensare che in politica la rappresentanza è direttamente proporzionale al consenso”.
Alfio Capizzi non risparmia un giudizio severo sulla partecipazione di Padova2020 alla coalizione del centrosinistra.
“Non si può battere il tasto della partecipazione per portare avanti istanze minoritarie dentro un partito a vocazione maggioritaria, soprattutto dopo aver perso le primarie.
Chi perde un Congresso o le primarie, in genere si allinea e fa squadra con il vincitore, altrimenti si pone come minoranza interna, ma non abbandona il campo portandosi via la palla.
Oggi in Consiglio Comunale Fiore è capogruppo di se stesso, ok, rispettiamolo, ma lui deve rispettare i numeri che il voto ha espresso e non può dettare la linea all’opposizione: questa è arroganza”.
Le divisioni non paiono essere solo di stile politico, ma anche sul merito della posizione sul futuro di Padova.
“Sul Nuovo Ospedale é sintomatico il fatto che le posizioni partecipate di Padova 2020 sono giá state giudicate dal corpo elettorale; coincidono con quelle di Bitonci? Questa è demagogia perchè le loro posizioni nascono da presupposti diversi, la sostenibilitá finanziaria e quella ambientale. In nessun caso sembrano però essere stati coinvolti gli interlocutori che ne hanno titolo. Prova ne è che perfino Zaia ha smentito Bitonci, per poi annunciare un dietrofront dopo lo scandalo del Mose. Invece il Pd durante la Campagna Elettorale portava avanti un progetto declinato a livello istituzionale dagli interlocutori naturali dotati delle competenze in materia: Universitá, Comune e Regione. Certo tutto si può ridiscutere, sempre, e per tale ragione proprio il Pd ha avviato un percorso di condivisione interna in vista del 28 luglio quando assumerá una posizione. Credo che il Consigliere Comunale Fiore debba dare un segnale di discontnuitá rispetto al passato, a cominciare dall’assunzione di una lealtá che finora é mancata, verso i 45.000 padovani che hanno votato Ivo Rossi e verso tutti quelli che non lo hanno votato a causa del suo comportamento dopo le primarie, quando ha tradito un patto di coalizione firmato in pubblico”.