Quali opportunità dopo la “Brexit”? Confindustria Padova organizza un incontro lunedì con l’ambasciatrice britannica

 

A più di un anno dal referendum del 23 giugno 2016 con cui la maggioranza dei cittadini britannici ha votato per l’uscita dalla Ue, i negoziati tra Londra e Bruxelles sono ancora in via di definizione. Le differenze di posizione su rapporti commerciali, diritti dei cittadini Ue, “conto del divorzio”, protezione dei dati, confine irlandese, competenze delle corti europee e nazionali, rischiano di allungare i tempi sul futuro accordo di partenariato, dilatando un periodo di incertezza che non piace alle imprese italiane e non aiuta la ripresa.

In attesa di un’uscita ordinata della Gran Bretagna dall’Unione Europea che possa rafforzare la competitività e la crescita di tutta l’area Ue, quale è lo stato dell’arte sulla Brexit? Come garantire continuità alle relazioni commerciali tra Italia, Europa e Regno Unito, e quali sono le opportunità che potrebbero aprirsi per le imprese italiane una volta completato l’intero processo?

Questi i temi al centro dell’incontro con l’Ambasciatrice del Regno Unito in Italia, Jill Morris che sarà ospite di Confindustria Padova lunedì 9 ottobre, alle ore 15.00, nella sede dell’Associazione Industriali (via Masini, 2 – zona Stanga).

I lavori saranno aperti da Alessandro Nardo responsabile Area Internazionalizzazione Confindustria Padova. Interverrà in video collegamento Roberto Luongo Direttore dell’Ufficio ICE-Agenzia di Londra. Modera l’incontro il giornalista Giampiero Beltotto.

L’obiettivo del confronto è diffondere tra le imprese la consapevolezza sullo scenario post Brexit. Secondo un’indagine della Fondazione Nord Est dal punto di vista dell’impatto sull’economia del territorio, il 51,9% degli imprenditori del Nord Est ritiene che l’uscita del Regno Unito dalla Ue avrà ripercussioni sugli scambi internazionali, il 42,6% pensa che molte attività economiche abbandoneranno il Regno Unito, aprendo nuovi scenari, e solo il 7,1% si dichiara preoccupato. Più della metà degli imprenditori (54,4%) non si attende alcun impatto sulla propria impresa, il 40,7% solo effetti limitati.

Nel 2016 l’export Made in Italy verso la Gran Bretagna è stato di 22,4 miliardi di euro (Veneto 3,4 miliardi). La decisione del Regno Unito di uscire dalla Ue cambierà le regole doganali che oggi disciplinano gli scambi di beni. Secondo Confindustria tra i settori più esposti agli effetti negativi e alle barriere tariffarie l’automotive, il tessile e l’abbigliamento, i macchinari, vini e bevande, l’agrifood.