Quante lacrime elettorali su quei morti di solitudine di cui ci si accorge solo dopo aver letto i giornali

 

Ben svegliati. Viene da dire così a Sergio Giordani ed ad Arturo Lorenzoni (per non parlare di Massimo Bitonci, che per tagliare l’irpef a quattro milionari ha messo culo a terra l’intero settore dei servizi sociali). Ben atterrati sul pianeta Padova. Dopo due mesi passati a parlare di sondaggi e controsondaggi, di alberi, gabinetti e animali da compagnia, e quando andava bene di autobus per sentito dire. Finalmente un tema sociale. Gli anziani che muoiono da soli. Tantissimi. Succede il 18 aprile, all’indomani che un quotidiano locale spara il titolone su due morti di solitudine durante la settimana santa. Trovati a causa della puzza nel caldo dei giorni passati. Scrivevo a Sergio Giordani il 28 gennaio riferendomi a Padova: “un terzo della sua popolazione ha più di 65 anni e di questi tredicimila sono gli over 75 che vivono (e spesso muoiono) da soli”.
Rispode oggi Giordani mandando un comunicato stampa, come gli altri, scritto in prima persona probabilmente da un componente dello staff:
Sono rimasto molto colpito ed addolorato nel leggere, questa mattina, la notizia che il giorno di Pasqua sono state trovate morte, presumibilmente da alcune settimane, due persone anziane che vivevano da sole in città. Non è possibile che questo accada nella mia Padova: è il segnale che c’è qualcosa che non funziona nel come noi ci occupiamo delle persone più anziane. A Padova ci sono 53.713 persone over 65 e circa metà hanno più di 75 anni! Di queste ben 10.000 circa vivono da sole. E circa 3000 non hanno legami parentali. Per loro la solitudine è totale.Dal 2007, ogni tre anni era realizzato un attento monitoraggio di chi viveva da solo per conoscere le individuali e reali necessità per attivare di conseguenza tutte le risorse, pubbliche e private, ed aiutare le persone sole ad affrontare le difficoltà. Nel 2016 questo monitoraggio, e non si capisce il perché, non è stato fatto! Questo screening sarà invece una delle mia priorità, assieme al potenziamento della Telefonata amica, all’assistenza domiciliare – ridotta con grande miopia nel numero delle ore dalla precedente amministrazione – e a tutti i servizi per la presa in carico globale degli anziani. Parlo di servizi come il pasto a domicilio, lavanderia e stireria con ritiro e consegna, pulizia e cura dello spazio domestico, cura del giardino: attività che non solo aiutano nel concreto l’anziano, ma fanno anche in modo che sia periodicamente a contatto con gli operatori ottenendo un duplice risultato: da un lato un monitoraggio costante della sua salute delle sue esigenze, dall’altro per l’anziano il contatto con persone alle quali può rivolgersi con fiducia e che lo possono ascoltare. Sono attività che potremo realizzare in collaborazione anche con la preziosa rete del vicinato, del volontariato, delle associazioni e del terzo settore. Una città che è comunità viva e vera deve essere vicina a tutte le persone, soprattutto alle più fragili e a coloro che si sono spese nella loro vita per costruire la nostra città. Smettiamo una volta per tutte di giocare sulle loro paure e stiamo invece vicini a loro ogni giorno nel concreto dei loro bisogni“. Comunicato stampa delle ore 16:32.
Recita il comunicato dello staff di Lorenzoni alle ore 17:43: “La tragedia della solitudine ha colpito anche durante le festività di Pasqua, con due anziani trovati morti in casa: «La parte più fragile della società sta scivolando in una solitudine sempre più pesante – commenta Arturo Lorenzoni – Drammi come quelli di questi giorni, sempre più frequenti, colpiscono e costringono a riflettere. I costi sociali della solitudine aumentano continuamente. Una persona che rimane da sola nella sofferenza è una sconfitta per tutti. Dobbiamo rilanciare i meccanismi di solidarietà tra generazioni con azioni concrete. Ad esempio l’ospitalità di studenti universitari nelle case di persone anziane sole può contribuire a gestire certe situazioni di disagio con vantaggio reciproco. Un sostegno tra generazioni che può aiutare il rilancio della città».

Un bel tacer, non fu mai scritto.

Alberto Gottardo