Sicurezza a Padova, tra proclami e tafazzismo

 

Dallo sceriffismo al tafazzismo il passo è breve. Ed i dati diffusi ai quotidiani l’altro giorno dall’assessore Maurizio Saia suonano un po’ come i colpi di bottiglia sulle pudenda del proverbiale personaggio del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. 
Le telefonate sarebbero passate da 632 del 2013 (giugno -agosto) a 884 dello stesso periodo 2014. Per l’assessore l’incremento segnalerebbe una maggiore fiducia nella Pm. A scorrere i dati emerge una fotografia della città un po’ diversa da quella raccontata, con problemi tra condomini che fanno un salto verso l’alto, segno di una aumentata fragilità delle relazioni comunitarie e la permanenza di fenomeni rimasti immutati se non addirittura peggiorati.
Basta scorrere i numeri per accorgersi come le segnalazioni per spaccio di stupefacenti siano praticamente le stesse (16 contro le 17 di quest’anno). Numeri simili anche per l’accattonaggio petulante passato da 34 chiamate a 48. Una ogni due giorni, un po’ poco per sbandierare il “pugno di ferro”.
Questi due dati raccontano una situazione stabile con un peggioramento per l’accattonaggio che evidentemente non ha risentito degli editti degli ultimi mesi.
Il vero incremento delle chiamate, che non ha a che fare in senso stretto con la sicurezza dei cittadini, riguarda invece la segnalazione di aree degradate per abbandono rifiuti e per l’erba incolta passate da 238 a 369 e quelle relative al disturbo della quiete pubblica passate da 157 a 207.
Il primo dato, quello più eclatante, segnala una minore cura delle aree e probabilmente una minore manutenzione del verde, un dato su cui la giunta, più che denunciare dovrebbe preoccuparsi di fare.