Quante persone a passeggio in una Padova aperta a metà, anzi anche meno: tutta colpa dei centri commerciali?

 

Ore 11:12 tram verso sud dall’Arcella al centro storico pieno zeppo di persone che portano a spasso i bimbi, il cane o l’anziano consorte a seconda della condizione anagrafica. Due le principali direttrici di “sbarco”: la fermata dei Ponti romani per chi è diretto in piazza, Prato della Valle per l’omonima piazza. In prato c’è la manifestazione dei chioggiotti che cucinano il pesce sotto il grande tendone che da metà a fine mese ospiterà poi l’oktoberfest, mentre in piazza della frutta e delle erbe ci sono due distinte attività: rispettivamente degustazione di vini d’Italia e distribuzione di gnocchi; in mezzo l’inaugurazione de “El Tamiso”, negozio del sottosalone dalla parte nord, alla cui inaugurazione hanno partecipato anche l’assessore alle attività produttive Antonio Bressa e un centinaio di persone.

Desolatamente chiuso il sottoportico prospiciente piazza della frutta, fatta eccezione per la tabaccheria che dà verso il volto della corda e una gastronomia poco distante. E chiaramente per la metà che appartiene all’Alì supermercati.  Tutti gli altri negozi, chiusi. Dall’altra parte, verso piazza delle Erbe, aperti i bar, il kebabbaro, tre negozi di salumi e formaggi e le macellerie. Il resto, sbarrato. Andando sotto il Salone ho incrociato tre comitive di turisti con relativa guida.
“Un po’ alla volta vorremmo che il sottosalone diventasse un luogo dello shopping esperienziale – spiega il nuovo assessore Antonio Bressa – un posto dove non solo si comprano cose ma si vivono emozioni”.

Ottima idea quella di Bressa. Da qui a pensare che sia emozionante passare per un sottosalone vuoto ce ne corre però. Mi chiama mia moglie: “Tornando compra il pane”. Facile a dirsi, difficile a realizzarsi. Chiusi i negozi sotto il salone dove di solito compro il pane artigianale, chiuso anche quello di piazza del Duomo. Mi è toccato comprarlo al Pam di piazzetta Garzeria. Perchè la grande distribuzione è sempre aperta, e spesso è una scelta obbligata.
Torno a casa con la borsa del Pam, dentro oltre al pane c’è anche l’uva. Nel tram delle 13.30 verso nord c’è un sacco di gente. Metà dei passeggeri ha uno shopper dei negozi delle grandi catene. Perchè è difficile andare a far compere in un negozio chiuso.

Alberto Gottardo