Quanto odio sul profugo Rachid: i carabinieri gli credono mentre il leghista Bitonci tuona “barzelletta!”

 

Anche i carabinieri credono di più al profugo Rachid che all’ex sindaco di Padova Massimo Bitonci. E si profila una archiviazione per la denuncia presentata dalla parlamentare della Lega Silvia Covolo, che aveva denunciato venerdì mattina ai carabinieri di essere stata percossa con uno schiaffo da un giovane di origini africane. Quel giovane è stato sentito da Alessandro Macciò del Corriere del Veneto e dai carabinieri, e, sia al giornalista che agli investigatori, ha raccontato la stessa verità. Stava indicando il tabellone delle partenze quando è passata di lì la parlamentare colpita involontariamente dal braccio dell’africano che si è poi scusato, addirittura inginocchiandosi a terra. Gesto equivocato da Massimo Bitonci, che non ha visto la scena in quanto era, come lui stesso dice, dieci metri avanti. L’ex sindaco anzichè afferrare per un braccio il giovane fino all’arrivo della polizia, che avrebbe con ogni probabilità chiarito immediatamente tutto l’episodio, ha estratto il telefonino, scattato una foto al malcapitato e fatto un post su facebook che è stato poi rimosso per sospetta violazione della policy sul razzismo, dal social network.
La verità è venuta comunque cocciutamente a galla attraverso il lavoro del corrispondente ANSA Alessandro Macciò e dei carabinieri che sabato hanno sentito a lungo il profugo ghanese protagonista, suo malgrado, della bufera mediatica innescata sui social dall’ex sindaco di Padova.
L’unico che non si arrende all’evidenza dei fatti è proprio il sindaco Bitonci che sul suo profilo facebook tira dritto, parlando di barzelletta.

Ecco la BARZELLETTA del giorno: il “profugo” che ha schiaffeggiato Silvia Covolo in stazione si difende dicendo che l’ha colpita “alzando il braccio per indicare”.
Io ero 10 metri più avanti, erano in 3 che poi sono andati dietro a Silvia, in evidente stato alterato (alcool droghe?).
Si sono avvicinati a noi ridendo e prendendo in giro, ha detto “scusa” portando avanti il cappellino per chiedere dei soldi.
Quando io gli ho intimato di fermarsi per poter chiamare la Polizia, è scappato di corsa verso la Fiera assieme all’altri due.
Visto che qualcuno ha messo in dubbio la violenza adesso dovrà chiedere scusa!
LA STAZIONE È UNO SCHIFO, PADOVA É UNA CITTÀ INSICURA, GRAZIE AD UN AMMINISTRAZIONE COMPIACENTE DI SINISTRA.
VERGOGNA!!!

A ben analizzare il lessico saltano agli occhi le virgolette sulla parola profugo e una sgangherata costruzione della frase ” poi sono andati dietro a Silvia, in evidente stato alterato (alcool droghe?)” che fa quasi sembrare, per l’assenza di punteggiatura e un uso maldestro dei pronomi, che ad essere in evidente stato di alterazione fosse la parlamentare della Lega. Il caps lock finale è in perfetto stile con chi più che la verità, dai social si aspetta un consenso basato sulle peggiori paure. Se al tutto aggiungiamo che il post è stato scritto la vigilia di Pasqua da uno che brandiva cassoni di crocifissi, il quadro di chi sia la barzelletta e di chi sia il povero Cristo, pare ampiamente delineato.

Alberto Gottardo