Cari onorevoli facebook forse vi ha fatto un favore a togliere quel post sul profugo schiaffeggiatore

 

Poi alla fine ognuno sceglierà la sua verità. Ma i fatti per il momento propendono per, ad essere benevoli, un grande equivoco. I fatti sono questi: giovedì sera (perchè il venerdì in parlamento non si lavora) tre parlamentari della Lega ritornano a Padova da Roma in treno. Uno di questi, la vicentina Silvia Covolo, viene colpita da un giovane africano.
Secondo Massimo Bitonci e Silvia Covolo si tratta di una aggressione. I due parlamentari con la collega, scossa dal colpo subito cosa fanno? Afferrano il giovane per un braccio e lo portano al vicino ufficio della polfer? Chiamano la polizia? No.
Bitonci estrae il cellulare, ma per fotografare il ragazzo africano. E subito dopo aver allertato i vigili urbani, che non ci sono, nelle dichiarazioni poi ai media dell’ex sindaco padovano, ma fatto sta intervengono subito, anche se lì per lì i tre parlamentari decidono di non sporgere denuncia.
Bitonci e Covolo ricompaiono ieri mattina in via Rismondo a favor di telecamere per sporgere denuncia ai carabinieri. Ed allora i carabinieri fanno il loro mestiere: danno un’occhiata alle riprese delle telecamere di sorveglianza e di schiaffi in quei fotogrammi non c’è traccia.
Intanto facebook rimuove il post in cui Massimo Bitonci denunciava l’aggressione. Ritenuto sconveniente. Forse razzista secondo chi ha deciso di togliere dal web quelle frasi e quella foto.

Qualcosa stonava in quella ricostruzione se Alessandro Macciò, giornalista serio, ha deciso di fare il mestiere alla vecchia maniera, e cioè andando oltre ai social. E’ andato a fare un po’ di punta e tacco con il taccuino in tasca in zona stazione. Ed ha incrociato il profugo Rachid, 22 anni, proveniente dal Ghana, che ha vissuto nell’hub di Bagnoli e sei mesi fa si è trasferito a Padova, dove è seguito da una cooperativa.
Rachid spiega la sua verità: non si è trattato di uno schiaffo, ma di un gesto sgraziato. “Ho alzato il braccio per indicare l’orario” spiega il giovane. Ed in quel momento passava la parlamentare della Lega.
Verosimile? Lo deciderà chi sta indagando per percosse. L’alternativa è che questo giovane africano, che si è sempre comportato bene, a quanto è dato sapere, sia impazzito alla vista dei tre parlamentari colpendo la donna. Senza essere per altro fermato dagli altri due. Massimo Bitonci non ha trovato niente di meglio che scattare una foto e fare un post su facebook. Chi lo credeva un leone, difensore dei veneti dai delinquenti sarà rimasto deluso. Si esprimeva da sindaco in frasi di sfida sul piano fisico verso gli avversari (almeno a quanto raccontano le cronache prima della sua caduta). Da senatore non ha trovato la forza o la prontezza di spirito di fermare l’uomo che aveva di fronte in flagranza di reato (percosse). Il codice penale gliel’avrebbe consentito. Ma forse quello che mancò, più del valore, è stata la flagranza e il reato.

Alberto Gottardo