Quel consiglio comunale finito all’alba di cui, francamente, non capisco il senso

 

Leggo attonito le cronache “autoemendate” come direbbe il Presidente del Consiglio comunale. Cioè i racconti su facebook con facce stralunate o foto del cortile di palazzo Moroni a notte fonda, dei consiglieri comunali. E non so cosa pensare. All’inizio ero contento che il Consiglio comunale fosse finito alle 4 di mattina. Avevo pensato che i consiglieri avessero discusso in maniera appassionata, aspra, approfondita sul nuovo ospedale di Padova, migrato a est dopo che metà dei consiglieri di maggioranza appena quattro anni fa sostenessero che la collocazione naturale fosse a ovest. Poi scopro che il grosso delle ore i consiglieri l’hanno passata a discutere delle consulte di quartiere. I Consiglieri si sono affannati sugli emendamenti della minoranza volti a bloccare la nascita delle assemblee di cittadini nominati dall’amministrazione comunale per esprimere pareri, per altro, a quanto mi risulta, manco vincolanti. Ed allora mi domando che senso abbia tutto ciò, questa rappresentazione della democrazia. Scrive Nereo Tiso: “Consiglio Comunale terminato alle 4.10. 32 emendamenti al regolamento delle consulte presentati dalla minoranza, Libero Arbitrio. Emendamenti propagandistici, spesso senza senso. Unico obiettivo tenere i consiglieri inchiodati al loro banco. Emendamenti tutti bocciati”. Mah. Grande rispetto per i consiglieri che si sono sciroppati tutto quel profluvio di parole su un ente di sotto sotto livello. Però da elettore vi dico: anche no, grazie.

Alberto Gottardo