Quel poliziotto di Padova, xenofobo in piazza, e nel privato con mille contraddizioni, mi fa anche un po’ pena

 
Gli stranieri, i migranti, i profughi. Una moneta facile per raccogliere consensi elettorali ma anche per guadagnarsi uno stipendietto extra. E’ lo scenario che traspare dall’indagine che ha portato all’arresto di un poliziotto della questura di Padova ed all’indagine di altri sei agenti. Sono accusati di aver chiesto denaro in contante per “velocizzare” alcune pratiche, specie quelle riguardanti cittadini cinesi. Scrive Cristina Genesin sul Mattino di Padova, che i poliziotti coinvolti facevano girare sul proprio profilo facebook il ritornello “stop agli immigrati, case agli italiani”.  Io uno di questi indagati lo conosco bene, e spero che se la cavi in questa indagine che rischia di infangare i suoi tanti anni di servizio. Scrive sempre il Mattino di Padova nell’articolo di spalla che avrebbe avuto intenzione di candidarsi a sindaco di Abano Terme con la lista zeppa di ex sostenitori di Luca Claudio e attivisti di Forza Nuova. Quelli insomma che hanno dato vita a numerose manifestazioni prendendo spunto dalla caserma di Giarre di Abano Terme. Mi è molto spiaciuto all’epoca vederlo invischiato co persone e con idee che centravano poco con la sua storia personale e professionale. Mi fa anche un po’ pena. E gli auguro di venir fuori da questo incubo, di poter spiegare a suo figlio che può contemporaneamente portare con fierezza il suo cognome e guardare con affetto e non con sospetto alla parte della famiglia che non è nata in Italia. In bocca al lupo a tutti.
 
Alberto Gottardo