Sabato in Veneto cominciano i saldi: secondo Confcommercio l’asso nella manica quest’anno è la quattordicesima dei nonnetti

 

“Per fortuna c’è l’”effetto pubblicità a costo zero” che non guasta, ma per il resto i saldi sono ormai diventati una giungla dove vige la legge del più forte. Anzi verrebbe da dire che non esiste alcuna legge”.
A poche ore dall’avvio dei saldi estivi (lo start è in programma sabato prossimo, 7 luglio) il presidente di Federmoda Confcommercio Ascom Padova, Riccardo Capitanio, pone con forza sia la questione degli sconti anticipati “via sms” che, soprattutto, quella degli acquisti on-line.
“I saldi – commenta – continuano ad essere appetibili per i consumatori e anche per i negozi che, dopo una stagione primavera/estate non proprio esaltante dal punto di vista dei consumi di abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori ed articoli sportivi, guardano a questo appuntamento come ad un momento in grado di risollevare un po’ i bilanci. Certo: si combatte ad armi impari. La concorrenza globale, o meglio quella che in Federmoda definiamo ‘dittatura digitale’, capace di condizionare tutto, dalla filiera produttiva al modo delle persone di consumare e relazionarsi, deve essere messa nella condizione di pagare le tasse. In questo senso abbiamo chiesto l’introduzione della web tax perché i colossi del web devono stare nello stesso mercato con le stesse regole e con le stesse imposte delle nostre attività ed è venuta l’ora che la Ue guardi a quanto deciso dalla Corte Suprema Usa che ha dato il via libera alle tasse sulle vendite on-line”.
Circa gli “sconti da messaggistica” Capitanio è pragmatico.
“Per certi versi – aggiunge – pur essendo utilizzati in maniera massiccia, rischiano di essere il male minore nel senso che stiamo assistendo a forme pubblicitarie sempre più esplicite nei giorni antecedenti i saldi nonostante la legge lo vieti espressamente. D’altra parte il messaggio che in questi anni è passato è che il commercio è totalmente liberalizzato: si può tenere aperto sempre e comunque, le festività non esistono e via di questo passo. Perché mai i saldi, sostengono i fautori della deregulation più completa, dovrebbero sfuggire a questa logica?”
Sia come sia, da sabato il rito, per 15 milioni di famiglie italiane, si ripeterà.
“Stimiamo che i valori – conclude il presidente di Federmoda Confcommercio Ascom Padova – siano in linea con quelli dell’anno scorso che si aggiravano, mediamente, intorno ai 250 euro per famiglia padovana magari con un piccolo incremento favorito dalla liquidità che è stata immessa sul mercato grazie alla cosiddetta “quattordicesima” che ha interessato i pensionati. Ed i nonni, si sa, se possono sono generosi nei confronti dei nipoti”.

A margine delle valutazioni l’Ascom ricorda alcuni principi base per il corretto acquisto degli articoli in saldo.

  1. 1Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
    2Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
    3Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
    4Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
    Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.