Saldi a Padova: il via ufficiale il 5 gennaio, l’Ascom stima una spesa media di 400 euro a famiglia

 

Più o meno 400 euro. Sarà questa la spesa media che ogni famiglia padovana destinerà ai saldi il cui avvio sarebbe fissato per venerdì 5 gennaio, vigilia dell’Epifania.
“Uso il condizionale – spiega il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – non tanto perché la data ufficiale non sia quella, quanto perché appena passato Natale, stiamo già assistendo alla corsa “sotterranea” al saldo anticipato messa in atto soprattutto dalla grande distribuzione”.

In effetti tra sms, fidelity card, gruppi whatsapp e pubblicità “ambigua”, nessuno dice di farli, ma da tutti è possibile comprare in saldo già in questi giorni che anticipano la data.
Tutto questo nonostante le norme alle quali devono attenersi i circa 800 esercizi padovani del comparto moda (tra fissi e ambulanti) e i poco meno di 2000 in tutta la provincia, siano chiare e le sanzioni, per i trasgressori, severe al punto da raggiungere, in taluni casi, i 3mila euro!.

“Già questa mattina – aggiunge il vicepresidente vicario dell’Ascom, Franco Pasqualetti, abbiamo potuto leggere pubblicità che usano la parola “saldi” per poi precisare “inizio ufficiale il 5 gennaio”. Un velo pietoso steso su una pratica, quella dell’”anticipo” alla quale, purtroppo, da qualche anno abbiamo dovuto fare il callo”.

Per chiarire: chiunque può vendere nel proprio negozio capi di abbigliamento al prezzo che ritiene congruo. L’importante è il rispetto della norma sui saldi che vieta non tanto lo sconto quanto la comunicazione del medesimo.
“Per i commercianti – puntualizza Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Ascom Confcommercio Padova – i saldi sono sempre una sorta di recupero di liquidità, utili a sgravare anche il magazzino. Quest’anno il Natale è andato bene. I consumatori sono tornati a comprare e anche il regalo ha avuto una discreta spinta all’insù. Direi che molto è dipeso dal clima di fiducia che ha incrociato le famiglie a reddito fisso, per cui ci attendiamo saldi positivi, sulla stessa lunghezza d’onda”.

Che comunque i saldi rappresentino un fattore positivo per le imprese, su questo non ci sono dubbi.

“Come non ci sono dubbi sull’utilità di una data ufficiale di partenza – continua Capitanio – perché rappresenta, oltre che una forma di garanzia, uno spot pubblicitario a costo zero per tutti, compresi proprio quei negozi di vicinato meno propensi all’innovazione che rischierebbero di finire nel tritacarne della comunicazione preventiva messa in atto, come stiamo osservando, soprattutto dalla grande distribuzione”.

Insomma, saranno anche saldi con qualche “falsa partenza” ma all’Ascom rimangono convinti che abolirli, come da più parti viene richiesto, non sarebbe un grande affare.

“Certo – conclude il presidente Bertin – sarebbe meglio spostarli a fine gennaio e, quelli estivi, a fine luglio, magari vietando qualsiasi forma promozionale nel mese, mese e mezzo precedente. Purtroppo la deregulation introdotta su altre questioni (leggasi: aperture festive) dal governo Monti non lascia molto spazio all’ottimismo”.