Semi di cannabis: come funzionano le leggi europee

 

L’acquisto, e soprattutto l’uso, dei semi di cannabis, desta sempre parecchi dubbi, e chi vorrebbe comprarli si chiede spesso se in Europa si tratti di una scelta lecita. In realtà, la risposta varia da un paese europeo all’altro, ed è una tematica abbastanza complicata da capire.
A tale riferimento, esistono infatti questioni regolamentate a livello europeo, e altre che invece si riferiscono direttamente ai diversi stati e si differenziano anche notevolmente in base al territorio.

Il commercio di prodotti come questi semi fast flowering online su uno degli eCommerce italiani più noti tra gli aficionados, in genere viene considerato lecito nel territorio dell’Unione Europea, ma la successiva germinazione e coltivazione in molti paesi è del tutto illegale.
Il motivo in questo caso è piuttosto semplice: la percentuale di THC, la sostanza psicotropa tipica della marijuana, nei semi è praticamente assente, ma può modificarsi anche notevolmente nel periodo successivo alla germinazione.
Proprio per tale ragione, molto spesso è lecito acquistare i semi di cannabis nei negozi specializzati, oppure online, ma è invece da considerarsi vietata la semina e coltivazione delle piante: i semi possono quindi essere conservati per collezionismo, diciamo, oppure utilizzati in alcune preparazioni alimentari.

Ogni paese ha regole differenti per il commercio e uso dei semi di cannabis

È vero che negli stati membri dell’Unione Europea, le leggi europee devono essere osservate, ma accade spesso che queste non coincidano con le normative in vigore all’interno dello stato stesso. Anche se in realtà nessuna legge indica i semi di cannabis tra le sostanze stupefacenti: questo significa che, sotto forma di semi, la cannabis è del tutto legale praticamente nell’intera estensione del territorio dell’Unione Europea.
Potrebbe quindi essere interessante mettere a confronto le diverse legislazioni di alcuni stati che regolano sia l’acquisto che la detenzione e l’utilizzo dei semi di canapa.

Cosa prevede la legislazione italiana

In Italia i semi di cannabis possono essere venduti, e quindi acquistati, anche online senza alcun problema. Non è però possibile la coltivazione, anche se i semi possono essere comunque conservati o utilizzati in cucina.
La legge italiana è comunque ancora molto contorta in questa materia. Infatti, la coltivazione industriale è consentita solo se la percentuale di THC, la sostanza psicotropa contenuta nella cannabis, sia quasi nulla, mentre per uso personale è possibile procedere con la germinazione e lo sviluppo di un numero massimo di 4 piantine, comprovando che si tratta di un’attività del tutto personale.
Ricordiamo, in ogni caso, che dai semi privi di THC possono svilupparsi piantine con percentuali molto alte di questa sostanza, anche in base al terreno e alle caratteristiche del microclima locale.

Acquisto e utilizzo libero dei semi di cannabis: i Paesi Bassi

I Paesi Bassi hanno sempre avuto una legislazione molto aperta nei confronti dell’uso di cannabis sotto ogni forma: anche i semi, possono quindi circolare liberamente ed essere commercializzati e utilizzati. Tuttavia, coltivare cannabis per uso ricreativo non è concesso e, al di fuori dei coffee shop, la cannabis è illegale.

La Spagna consente il commercio, la detenzione e la germinazione dei semi di cannabis, devono però essere utilizzati solo per uso personale, la legge potrebbe comunque variare tra le diverse regioni in cui si divide il paese.
La Germania ha vietato la vendita dei semi di cannabis, ma ne consente l’acquisto e la spedizione online.
Nel Regno Unito, che oggi non è più parte dell’UE, la compravendita dei semi di cannabis è del tutto libera, ma anche in questo paese è vietata la coltivazione.
Altri paesi, come la Repubblica Ceca, Malta, il Lussemburgo o il Portogallo, consentono la produzione e la detenzione di piccoli quantitativi di marijuana per uso personale: una scelta effettuata con l’intento di ridurre il fenomeno dello spaccio.

Cannabis per uso medico e terapeutico

Fortunatamente, anche la scienza e la medicina stanno incominciando ad apprezzare i potenziali benefici che la cannabis può offrire all’organismo, sia come semplice integratore alimentare, sia come terapia associata ad altri farmaci.

Nell’Unione Europea la produzione e l’uso della cannabis per scopi terapeutici non solo non è vietata, ma anche in ambito medico viene sempre più spesso associata ad altri farmaci oppure utilizzata nei casi in cui la terapia convenzionale non avesse avuto successo, soprattutto come antidolorifico, anticonvulsivante e ultimamente anche in alcune terapie antitumorali.
Anche i paesi in cui c’è sempre stata difficoltà nella diffusione della cannabis, compresa l’Italia, la ricerca per l’utilizzo terapeutico ha fatto notevoli progressi.
Ovviamente, al di fuori dell’Europa, diversi paesi ammettono l’uso della cannabis in qualsiasi contesto, sia per fini ricreativi che terapeutici: un tipico esempio riguarda l’Uruguay, dove la cannabis è considerata una sorta di monopolio statale, la Giamaica, il Canada, l’Argentina, il Cile e alcuni stati USA.

 

Coltivazione indoor della cannabis

Coltivare la cannabis in casa è anche da considerarsi una passione, la coltivazione indoor e la creazione di una grow room, in particolare, rappresentano un’esperienza molto interessante e divertente.
Infatti, nelle regioni dove il clima non è favorevole, la grow box o grow room sono senza dubbio la soluzione ideale. I semi devono essere ovviamente di ottima qualità: per andare sul sicuro è bene acquistarli su portali e-commerce affidabili e specializzati come SensorySeeds. Oltre al terriccio adatto, all’irrigazione regolare e al fertilizzante, è importante dotare la propria grow room anche di una o più lampade per cannabis apposite, che consentono alle piantine di avere luce per un certo numero di ore al giorno anche trovandosi in un ambiente del tutto chiuso.