Alcuni semplici gesti per dare una mano concreta all’ambiente

 

Con poco si può fare davvero tanto

Ormai il conto alla rovescia è iniziato e non possiamo più fare finta di niente. L’ambiente ogni giorno che passa è sempre più in pericolo, a causa delle azioni talvolta sconsiderate dell’uomo, che vuole a tutti i costi il progresso dimenticandosi però che tutto ciò ha un costo in termini di qualità dell’aria e di aumento delle temperature registrate. Di per sé guardare al progresso non è sbagliato, ma lo è se come stiamo facendo oggi non ci curiamo dell’impatto che ha sul pianeta Terra, nostra dimora chissà ancora per quanto tempo. Sì perché se non si inverte la rotta non è detto che le generazioni future potranno abitarlo e viverci dignitosamente. Ecco perché questo articolo ha come scopo principale quello di offrire qualche piccolo ma indispensabile consiglio su come dare una mano concreta all’ambiente, ad esempio ricordandosi di non consumare troppa acqua quando si lavano i denti oppure di impiegare la macchina solo se è veramente necessario. Sembrano sottigliezze, ma in realtà possono cambiare il futuro.

Gli eventi mondiali vanno anche bene, però…

Per dare una mano al nostro ecosistema ben vengano eventi mondiali come la Giornata della Terra, che si festeggia il 22 aprile di ogni anno e che ha visto la luce nel 1970 grazie all’apporto del movimento pacifista, oppure la Giornata Mondiale dell’Ambiente, che, invece, si tiene ogni 5 giugno; ben vengano infine anche le azioni territoriali dei comitati di difesa per l’ambiente, che si mobilitano per le cause più svariate e che in molti casi riescono a fare la differenza grazie anche all’apporto dei media locali. Sono questi ultimi infatti che spiegano alla cittadinanza quanto sia fondamentale farsi carico di una determinata problematica da superarsi attraverso l’apporto di tutti. Se tutto ciò è indubbiamente importante, comunque non basta, perché per aiutare l’ambiente è necessario – come accennato in precedenza – fare la nostra parte nel quotidiano. E per riuscirci possiamo ad esempio ridurre il consumo giornaliero di carne e pesce, scegliendo prodotti biologici e naturali; possiamo fare una spesa intelligente, optando per l’acquisto di prodotti sfusi; possiamo, infine, usare la carta riciclata, stampando mail o documenti solo se strettamente necessario. Che dire poi dell’acquisto di mobili in legno certificato? Ovverosia quelli che provengono da foreste gestite rispettosamente.

No ai climatizzatori e sì alla coltivazione delle piante

Detto così sembra tanto intransigente quanto certe profezie apocalittiche sulla fine del mondo che sentiamo ogni tanto alla televisione e che sono fuorvianti rispetto alla vera e reale battaglia sulla preservazione dell’habitat, però dire “no ai climatizzatori e sì alla coltivazione di piante” è comunque un’ottima idea. Lo è perché se tutti noi nel momento in cui arriva la torrida estate (quest’anno addirittura a maggio!) decidiamo di non raffreddare l’ambiente di casa, evitiamo sia uno spreco in termini di energia elettrica sia a livello di emissioni inquinanti; e lo è perché piantando piante, ma anche piccoli alberelli e siepi, sempre se possediamo uno spazio verde domestico, scommettiamo forte sul green. Un ottimo modo di agire, che in fin dei conti non costa per nulla fatica.

Riparare invece che comprare e comprare solo ciò che serve

Per vivere all’insegna della natura, e dunque per aiutare concretamente il nostro pianeta, è indispensabile imparare a riparare gli oggetti piuttosto che acquistarne di nuovi. Più facile a dirsi che a farsi soprattutto se non si ha la minima manualità; eppure un prodotto in meno in circolazione significa una diminuzione complessiva a livello di consumi, e meno consumi portano a un utilizzo più responsabile di quel (tanto) che si ha già. Stando così le cose non c’è bisogno di cambiare il telefonino ogni volta, e non c’è nemmeno bisogno di sostituire il tablet dell’anno prima con quello appena uscito in commercio. Lo “shopping compulsivo tecnologico” insomma fa più male che bene all’ambiente, perché per creare questi gioiellini che hanno cambiato le nostre vite si fa uso di materiali non certo semplici da smaltire. Le cosiddette terre rare ne sono un esempio, e oltre a loro le sostanze contenute in colle, vernici e plastiche, soprattutto delle cover.