Sicurezza a Padova: Fabio di Stasio pungula Saia e propone numero anti spaccio

 

Durante la campagna elettorale si era schierato al suo fianco. “Sinceramente credevo in un progetto diverso, ma ormai è acqua passata”. Adesso Fabio Di Stasio, accantonato l’endorsement per Maurizio Saia “for major”, torna a fare il cittadino impegnato a cercare una qualche soluzione al problema dello spaccio che imperversa in zona piazza De Gasperi dove hanno i propri uffici Artigianfidi Padova, di cui Di Stasio è direttore e Upi (Unione Provinciale Imprese) di cui Di Stasio è presidente.

“Nei giorni scorsi – racconta Di Stasio – con i colleghi, mentre stavamo entrando in ufficio all’inizio della mattinata (quindi non di notte, ma alla luce piena del sole del primo mattino) abbiamo assistito ad una scena a dir poco sorprendente: un’auto è passata con a bordo due stranieri che hanno lanciato (ripeto: lanciato!) dal finestrino un pacchettino che altri due stranieri, in bici, hanno raccolto al volo per poi allontanarsi”.
La scena ha talmente preoccupato Di Stasio che ha chiamato subito la polizia municipale.
“Se devo dire la verità – aggiunge il direttore di Artigianfidi – non è che nei confronti del centralino della polizia municipale io mi sia sentito particolarmente a mio agio. Al posto di chiedermi informazioni che io ritenevo importanti, l’operatore si è soffermato su chi io fossi quasi che l’indagine dovesse avvenire nei miei confronti che denunciavo un reato piuttosto che nei confronti di chi lo commetteva”.

L’episodio però, nella mente del vulcanico direttore di Artigianfidi, non è stato archiviato.
“Ci ho pensato un paio di giorni – continua Di Stasio – e poi mi sono convinto: a Maurizio Saia, oggi assessore alla sicurezza, chiedo di istituire un servizio dedicato e professionalmente adatto alla bisogna in grado di registrare le segnalazioni dei cittadini e soprattutto di quanti, come noi di Artigianfidi o dei tanti commercianti e artigiani che lavorano in città, abbiamo le vetrine e gli uffici sulla strada e quindi siamo in grado di vedere e denunciare”.

Una sorta di “telecamera umana” quella che propone Di Stasio che non potrebbe documentare alcunchè, d’accordo, ma avrebbe sicuramente due grandi effetti.
“Il primo – conclude il presidente dell’Upi – è che i cittadini e soprattutto chi lavora in zone “difficili” com’è piazza De Gasperi, si sentirebbero motivati a segnalare movimenti strani e dunque si sentirebbero parte di un “presidio collettivo” che mi sembra di poter ricondurre alla filosofia della giunta Bitonci. In secondo luogo il sapere che la cittadinanza è mobilitata per rendere difficile la vita di chi delinque, potrebbe, si spera, limitare l’operatività di questi delinquenti che, al momento, sembrano agire con sfacciata sicurezza forti, penso, della convinzione che nessuno abbia il coraggio di denunciare i loro movimenti e, soprattutto, che non ci sia un’adeguata risposta da parte di chi ha il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini”.