Stretta creditizia e infiltrazioni mafiose in Veneto: Federcontribuenti lancia l’allarme

 

”Il Credit Crunch, la stretta creditizia getta centinaia di imprenditori nelle braccia delle organizzazioni criminali perché le banche non concedono prestiti alle PMI.  E ogni giorno 35 PMI chiudono per fallimento e alle banche le garanzie non bastano più’. Le piccole imprese con fino a 20 addetti rappresentano il 60% di tutta l’occupazione e costituiscono il 98% delle aziende italiane ma, a loro va solo il 18% di credito contro l’82% delle grandi imprese, il 2% delle realtà italiane. La stretta creditizia getta centinaia di imprenditori nelle braccia delle organizzazioni criminali”. E’ la denuncia di Federcontribuenti commentando l’ennesima operazione dei Ros dei Carabinieri che lo scorso 13 febbraio  ha portato a termine sette ordini di custodia cautelare e venti perquisizioni tra le province di Verona, Venezia, Vicenza, Treviso, Ancona, Genova e Crotone. ”E questa è solo la punta dell’iceberg. A gettare letteralmente nelle braccia della ‘ndrangheta e dei riciclatori dei denari delle mafie centinaia di imprenditori veneti sono le banche ed una stretta creditizia senza precendenti”, fa notare il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella analizzando gli ultimi avvenimenti relativi ad una recrudescenza delle infiltrazioni mafiose, specie in Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. ”Dagli accertamenti del Ros è venuto alla luce – rileva Paccagnella – che imprenditori e comuni cittadini si sarebbero rivolti, seppur consapevoli, per ogni tipo di problematica economica o privata, a dei veri criminali. Questo e’ sintomo di una malessere profondo e la malattia si chiama stretta creditizia e fuga dei capitali all’estero”.  Due dati: ”negli ultimi sette mesi sono più di nove i miliardi di euro che sono usciti legalmente dall’Italia verso mercati meno a rischio. Contemporaneamente – fa sapere Federcontribuenti –  dai dati della Banca d’Italia, dal 31 maggio al 31 dicembre 2018 il credito alle imprese è crollato del 7.3%. E ci attendiamo alla prossima stima trimestrale, che si vada a un -20% sul precedente periodo. Si tratta della contrazione più marcata perlomeno degli ultimi 20 anni su questo arco di tempo. In uno scenario del genere agli imprenditori rimane una sola scelta  – conclude Federcontribuenti –  oltre a quella della chiusura: accettare capitali di giro dalla provienienza quantomeno dubbia”.