Telefono anticrisi: Roberto Furlan, “Un servizio che funziona”

 

Ben 237 telefonate totali ricevute, e di queste 138 (pari al 58% del totale) provengono dalla provincia di Padova per una media di 5 chiamate al giorno. Quelle regolarmente schedate e documentate anagraficamente sono tuttavia 195, contro le 42 anonime e quindi nulle.
A livello padovano, tuttavia, delle 138 chiamate registrate ben 74 casi riguardano situazioni di difficoltà di imprenditori, mentre 34 casi fanno riferimento a privati (lavoratori, professionisti, consulenti, ecc.) e 30 sono anonimi. Guarda il servizio di Micaela Faggiani per Telechiara
Come si vede, poco meno della metà delle telefonate sono esterne alla provincia di Padova e provengono dal territorio nazionale (molte dal Centro e Sud Italia) che è al di fuori delle competenze degli enti attuatori.
Sono questi alcuni dei principali indicatori relativi alle telefonate schedate nelle prime 5 settimane di attivazione del Numero Verde Anticrisi 800-510052, operativo dall’8 marzo scorso e con orario che nell’ultimo periodo è stato ridotto dalle ore 14 alle 18 dal lunedì al venerdì.
Il servizio, unico in Veneto e in tutto il Nordest, messo in funzione dalla Camera di Commercio di Padova grazie all’azione condivisa e coordinata con Comune di Padova e Provincia (che assieme a sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, e associazioni di categoria e dei consumatori hanno attivato ad inizio 2009 il Tavolo istituzionale anticrisi) <sta dimostrando pienamente -spiega il presidente della Camera di Commercio di Padova Roberto Furlan- tutta la propria importanza e indispensabilit‡ come reale e concreto punto di ascolto sul territorio provinciale padovano per raccogliere le domande di aiuto da parte di imprenditori e lavoratori>.
Il numero telefonico gratuito è gestito da personale altamente qualificato, formato da persone con competenze in ambito psicologico e professionale che rispondono alle chiamate in arrivo, e successivamente, dopo aver valutato le singole situazioni ed esigenze, mettono gli utenti in difficoltà in immediato contatto con le persone e i servizi più indicati che operano all’interno della “Rete” istituzionale e associativa.
Alla data di venerdì 9 aprile, fra i 74 casi di imprenditori padovani invitati ai colloqui di consulenza dalla Camera di Commercio, il 60% circa (44 casi) riguardano artigiani: 29 sono invece i commercianti e 1 solo tocca il settore dell’agricoltura. Di questi, 66 imprenditori hanno accettato di farsi assistere (54 italiani e 12 extracomunitari), e ad appena un mese di distanza sono già state risolte 10 problematiche di natura finanziario-economico o legale/amministrativo conseguenti alla crisi: <E’ un ottimo risultato –commenta il presidente Roberto Furlan-, che testimonia quanto il servizio sia efficace, tempestivo e altamente qualificato>. A questi 10 casi giunti a un esito conclusivo positivo, se ne devono aggiungere 56 in via di risoluzione, mentre 11 sono gli imprenditori indirizzati al Centro per l’Impiego della Provincia di Padova.
Ma quali sono le principali richieste e/o situazioni di difficoltà messe sul piatto dagli imprenditori padovani? Le problematiche riportate dagli utenti spaziano dai problemi finanziari del piccolo imprenditore alle conseguenze negative della disoccupazione, passando anche per le difficoltà psicologiche di imprenditori e dei loro familiari, conseguenti alla negativa situazione economica. Tuttavia una fotografia che ben descrive lo stato di crisi di chi si rivolge al numero verde è scattata dalla tipologia di consulenze effettuate: sono 17 i casi di consulenza fiscale/amministrativa (30%), 25 quelli legati a problemi finanziari (40%), 10 quelli legali (17%), mentre appena 4 (7%) sono quelle di carattere psicologico.
Procede l’evoluzione della fase iniziale del Numero Verde verso la graduale trasformazione in una rete di ascolto strutturata sul territorio. Un concetto, quest’ultimo, ben espresso dalle parole del presidente Roberto Furlan: <Il numero di telefonate conferma la delicatezza del momento e la necessità di adottare azioni più adeguate e di significativo impatto: azioni, cioè, che devono necessariamente superare lo strumento del Numero Verde come unico punto di ricezione della difficoltà, per radicarsi profondamente sul territorio attraverso strutturate “ANTENNE” di ascolto ed efficienti sistemi di risposta. La numerosità e la tipologia delle richieste pervenute impone infatti un diverso approccio metodologico all’idea iniziale del Numero Verde come “fase-tampone” per adeguarlo alla situazione registrata e riportare la sua funzione prioritaria sul territorio, così da garantire gli obiettivi di efficacia e qualità che la Rete istituzionale si è posta inizialmente>.