Truffavano le aziende per permettersi la villa a Jesolo e la Lamborghini. Arrestati 3 truffatori dalla guardia di finanza di Padova

 

Gli uomini della guardia di finanza di Padova hanno arrestato 3 persone e denunciate altre 58 con l’accusa di associazione a delinquere dedita alle truffe nei confronti di aziende di mezza Europa e frodi ai danni dell’erario, oltre al afavoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Attivita’ che fruttavano al gruppo sgominato dall’indagine dei finanzieri padovani milioni di euro: uno degli arrestati, sconosciuto al fisco negli ultimi 5 anni, viveva in una lussuosa villa con piscina a Jesolo (Venezia) e si spostava al volante di una Lamborghini ed altre auto di lusso..
La serie di truffe scoperta dagli uomini al comando del colonnello Ivano Maccani avveniva attraverso l’utilizzo di documenti fiscali e contabili fittizi, predisposti ad hoc dal figlio di un commercialista, e società “prestanome”, prive di una sede reale e regolare contabilità, che venivano fatte apparire come “solide” e “reali”.
Stabilito un contatto con aziende all’estero venivano inviati gli ordinativi, unitamente ai documenti contabili/fiscali fittizi. ottenuta la merce, le aziende fantasma non pagavano. La merce ottenuta in maniera fraudolente veniva ceduta ad imprese nazionali compiacenti contestualmente all’emissione di fatture false necessarie per “regolarizzare” contabilmente l’operazione commerciale.
Tramite questo modus operandi il sodalizio criminoso non solo truffava l’amministrazione finanziaria, incassando l’iva che sarebbe dovuta confluire nelle casse dell’erario – di fatto ripartita tra gli artefici della frode – ma ricavava inoltre indebiti proventi (nell’ultimo triennio circa due milioni di euro) dalla vendita della merce fraudolentemente ottenuta.
Nella rete dell’organizzazione criminale sono finite anche numerose società di finanziamento ed istituti di credito. Difatti, sempre mediante l’utilizzo di imprese “prestanome” e di documenti contabili/fiscali fittizi, i truffatori ottenevano finanziamenti per l’acquisto di beni mobili e immobili (spesso di lusso), omettendo sistematicamente di onorare i relativi canoni dovuti.
Il tempestivo intervento dei finanzieri della compagnia di Padova, nel solo mese di maggio 2008, ha scongiurato una truffa di oltre 500 mila euro nei confronti di un istituto di credito.
Le medesime imprese “prestanome” venivano infine utilizzate anche per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: i finanzieri hanno scoperto che  55 extracomunitari avrebbero dovuto corrispondere all’associazione criminale circa 200 mila euro per ottenere le carte utili alla regolarizzazione, sempre attraverso l’utilizzo di societa’ fantasma.