Il Veneto ha i ‘suoi’ giochi di carte: ecco quali sono

 

Il Veneto è una terra ricca di tradizioni popolari, passando per tutti gli ambiti del quotidiano: dalle ricette più tipiche si arriva anche al conservare ancora oggi una varietà di giochi di carte che si tramandano da generazioni. Tra i più noti e giocati ci sono il Foracio, il Madrasso e la Vecia, tre passatempi tipici che affondano le radici nella cultura contadina e conviviale della regione. Questi giochi, spesso praticati durante le sere d’inverno o durante le festività, rappresentano un vero e proprio patrimonio immateriale che continua a vivere grazie alla memoria e alla passione dei più anziani, ma anche grazie al rinnovato interesse da parte dei giovani, che lentamente riscoprono il fascino delle carte da gioco, da quelle più classiche a quelle collezionabili: una storia millenaria che continua anche ai tempi dell’Intelligenza Artificiale.

Riscoprire passatempi di questo tipo significa anche valorizzare una parte importante del patrimonio veneto, oggi messo in ombra dall’uso crescente dei dispositivi digitali. Se infatti si va a tener vivi giochi come briscola e scopa ad esempio, inserite nei cataloghi delle piattaforme insieme a roulette, blackjack, ma anche le svariate slot online o ancora il poker, è indubbio che questi online non trovino spazio passatempi più marcatamente regionali, che rischiano perciò di essere dimenticati se non tramandati.

Foracio

Il Foracio è uno dei giochi più diffusi e amati nelle campagne venete, specialmente nelle province di Vicenza e Verona. Si tratta di un gioco da quattro o cinque partecipanti, molto simile alla briscola, ma arricchito da regole che favoriscono l’interazione tra i giocatori e lo sviluppo di strategie basate sul bluff. Le carte utilizzate sono quelle italiane, preferibilmente il mazzo trevisano da 40. Il gioco prevede una fase di chiamata e una di scarto che ricordano le dinamiche del poker, ma con un ritmo più rapido e un’atmosfera decisamente più rustica. La particolarità del Foracio è la sua imprevedibilità: anche con una mano apparentemente svantaggiosa, è possibile vincere se si riesce a confondere gli avversari e giocare d’astuzia. È un gioco che, oltre alla fortuna, premia la capacità di leggere le intenzioni altrui, avvicinandosi in questo modo al poker.

Madrasso

Il Madrasso, meno conosciuto al di fuori del territorio veneto ma molto praticato in alcune zone del Padovano e del Trevigiano, si distingue per la sua natura competitiva e vivace. Può essere definito come un gioco dei “rischi”. Il termine “madrasso” ha origini dialettali e può indicare sia una persona furba che un colpo improvviso, elementi che ben descrivono lo spirito del gioco.

Si gioca in quattro, a coppie, ed è importante sottolineare subito l’importanza della posizione dei partecipanti: occorre infatti che si segua un ordine alternato, seguendo i quattro punti cardinali.  Per quanto riguarda il regolamento, non si discosta troppo dalla classica briscola e tresette, passatempi noti su più ampia scala. Ciascuna partita è composta da 10 basi, che nel linguaggio del gioco si traduce nel momento della distribuzione delle carte, ma esistono anche versioni più corte, come il Madrasso breve (con 7 basi totali) ad esempio. La regola fondamentale è molto semplice: ciascun giocatore è obbligato a piazzare una carta del medesimo seme rispetto a quella posizionata dal giocatore precedente. In alternativa, nel caso non si abbiano carte adatte a rispondere, è possibile giocare la briscola. Analogamente a quanto accade con la briscola, la mano è vinta da colui che ha la briscola più alta oppure la carta più alta del seme giocato (che, ancora una volta, deve essere il medesimo del giocatore precedente).

Vecia

Il termine dialettale Vecia va ad indicare l’asino ed è proprio questo il nome del passatempo, uno tra i più antichi della regione. È importante sapere che il numero di giocatori non è fisso e si può arrivare a partite in grado di coinvolgere 20 partecipanti contemporaneamente (ma non oltre). Appena prima dell’inizio della partita, il mazziere è incaricato di nascondere una carta all’insaputa di tutti i giocatori. Una volta completato questo passaggio, procede con la distribuzione delle rimanenti carte (e ciascun partecipante deve averne almeno 2, poco importa se il numero non è uguale per tutti).

Il gioco vero e proprio inizia con lo scartare dalla mano coppie di carte uguali tra loro, che si tratti di figure o carte numerali. Il secondo passaggio coinvolge i giocatori che hanno ancora carte in mano: si procede ora con la presa di una carta dalla mano del giocatore seduto alla propria sinistra. Se la carta così acquisita non fa coppia con altre già in mano, si passa il proprio turno. Il gioco prosegue in questo modo fino al momento in cui non resterà che un giocatore con una carta spaiata, che fa coppia con quella nascosta inizialmente dal mazziere: costui sarà il perdente, vale a dire l’asino.