Zilio attacca le liberalizzazioni: “Auchan e Poste segno della burla”

 

“Se non fosse che le due notizie sono una ad alto tasso di drammaticità per i lavoratori interessati e l’altra ad alto tasso di disagio per gli utenti, sembrerebbero fatte apposta per dire: liberalizzazioni? Tutta una burla!”
Il presidente dell’Ascom, Fernando Zilio, “pesca”, dal ricco menu delle notizie diffuse nel corso del week end su manovra del governo e liberalizzazioni, due informazioni di cronaca locale che sembrano dirla lunga su che cosa significhino le liberalizzazioni e chi ne siano le vere vittime.

“La notizia che l’Auchan – continua Zilio – ha in ipotesi il licenziamento di 65 lavoratori denuncia, in maniera eclatante, che non è vero che le liberalizzazioni creano posti di lavoro o, comunque, non ne creano “di qualità”. In questo senso abbiamo più volte sottolineato che uno studio di Confcommercio ha evidenziato come, per ogni nuovo posto (precario) di lavoro creato da nuove grandi strutture di vendita, se ne perdono quattro (definitivamente) nella distribuzione tradizionale”.

Ma per una liberalizzazione spinta che investe i negozi ce n’è una “in retromarcia” che riguarda i servizi.

“E questa – continua Zilio – è la prova provata che l’azione del governo è alquanto carente per ciò che attiene a banche, energia, servizi. Leggo che da oggi Poste Italiane, nel 90% degli uffici padovani, ha ridotto il proprio orario di sportello anticipando la chiusura dalle 14 alle 13.35. E’ vero che qualche ufficio avrà un orario più lungo, così come è vero che, al mattino, anticiperanno l’apertura di cinque minuti, ma resta pur sempre il fatto che nel 90% degli uffici ci sarà un complessivo di 20 minuti in meno di servizio”.

Come dire: nel commercio si lavorerà di giorno, di notte, di domenica e persino nelle feste comandate, ma nei servizi, nella pubblica amministrazione, ecc. è meglio se, al posto di ampliare l’orario, si provvede a ridurlo.
“Evidentemente – conclude amaro il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – questo è un Paese dove i poteri forti mantengono quell’occhio di riguardo che non è riservato alla stragrande maggioranza dei cittadini”.