Billa chiude a Padova. L’Ascom commenta “aprire a Natale e Pasqua non paga”

 

“Chissà se Woody Allen si proporrà per il “sequel” di “Prendi i soldi e scappa”. Fossi in lui ci proverei perché i risvolti grotteschi e comici (se non fossero drammatici) ci sono tutti”.
Sceglie il tasto ironico Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, ma il suo commento sull’abbandono da parte di Billa del mercato italiano non è per nulla accondiscendente.
“Questi – dichiara il presidente dei commercianti padovani – sono quelli che hanno preteso di insegnarci che Natale e Pasqua sono giorni qualsiasi, che le domeniche si devono passare al supermercato e che i lavoratori sono né più né meno che denti di un ingranaggio che adesso a Colonia hanno deciso di abbandonare”.

Evidentemente il calo dei consumi non è passato senza colpo ferire nemmeno sul colosso della grande distribuzione austro-tedesco che, in compenso, ha fatto danni in quantità.
“Sono stati i grandi gruppi come Billa – continua Bertin – a volere a tutti i costi le aperture domenicali e per le festività, una filosofia commerciale che punta a mettere all’angolo i negozi di vicinato con l’obiettivo, una volta che questi hanno alzato bandiera bianca, di fagocitarne la clientela. Evidentemente Billa è stato vittima della sua stessa filosofia che, è bene ricordarlo, secondo i piani del governo Monti (fautore ed artefice del provvedimento che dal 2011 ha liberalizzato gli orari) avrebbe dovuto aumentare il Pil dell’1,2%!”

Invece il Pil non solo è aumentato ma i consumi hanno continuato a cadere segno evidente che se si compra di domenica non è che poi si ricompri di lunedì.
“La scelta del Gruppo Rewe – conclude Bertin – deve essere un monito per i nostri amministratori, spesso troppo solerti nel dare concessioni all’apertura di nuovi centri commerciali con l’obiettivo di incassare i soldi delle tasse e col miraggio, per l’opinione pubblica, di posti lavoro che invece ne distruggono altri in rapporto di quattro persi nel piccolo commercio per uno acquisito nella grande distribuzione. Magari non è il caso dei punti vendita Billa perché saranno quasi certamente assorbiti, ma in molti altri casi centri commerciali aperti e poi chiusi hanno lasciato solo macerie!”