L’autunno (caldo) biancoscudato

 

Due settimane di pausa buone per tracciare un primo bilancio su quanto avvenuto finora in campo e sugli spalti (non necessariamente in quest’ordine), aspettando probabili novità sul fronte societario.
Due vittorie, due pareggi e quattro sconfitte in otto partite (una di coppa e sette di campionato) rappresentano un discreto bottino, soprattutto agli occhi di chi, come noi, non riponeva troppa fiducia in una squadra costruita (quasi esclusivamente) con svincolati e prestiti gratuiti. Ma la sensazione (dopo ci torneremo) è che manchi ancora qualcosa, soprattutto nella gestione dei 90 minuti (e quindi del pallone nei momenti chiave), tanto più quando si è in vantaggio.
Ma a nostro avviso, l’aspetto più bello di quest’inizio stagione sono indubbiamente i tifosi: 4.277 abbonati, 6.800 spettatori di media in casa e 530 in trasferta (applausi per i 294 ieri a Bari). Questa (ritrovata) passione sta coinvolgendo tanti giovani e giovanissimi e l’Euganeo, incredibile ma vero, si è improvvisamente fatto troppo piccolo. Numeri di cui fare tesoro, con l’obiettivo di continuare a crescere.
Tornando al campo, in attesa dell’esordio del Papu e del rientro degli infortunati (in primis di Belli, Baselli e Bacci) e data la sostanziale inaffidabilità di Pastina, Ghiglione e Villa, mister Andreoletti ha individuato i 14/16 giocatori su cui puntare, 10 dei quali reduci dalla promozione dell’anno scorso. Nell’ordine: Fortin, Faedo, Sgarbi, Perrotta, Capelli, Fusi, Crisetig, Varas, Barreca, Bortolussi, Lasagna, Harder, Favale, Bonaiuto, Di Maggio e Silva. Dieci di loro sono alla prima esperienza in B. E in certi casi, si vede. Motivo per cui, lo ripetiamo, l’obiettivo stagionale non può che essere il mantenimento della categoria, magari evitando i play out, cioè mettendosi alle spalle almeno cinque squadre. Cosa assolutamente da non dare per scontata.
Complici però i 15 giorni di sosta per le Nazionali, non ci si può non soffermare sulla società e su quello che potrebbe succedere a breve, magari anche prima di Padova-Juve Stabia del 26 ottobre. Si racconta infatti che Oughourlian e Figoli, peraltro già parecchie settimane fa, avrebbero firmato un accordo preliminare, con tanto di versamento di un deposito cauzionale da parte dell’imprenditore argentino, che curiosamente proprio in questi giorni sta perfezionando l’acquisizione del gruppo che gestisce il Parque de Atracciones di Zaragoza, in Spagna. La stessa Zaragoza dove il finanziere franco-armeno, con una società di cui fanno parte pure il suo socio colombiano in Amber Capital (e nel Millionarios), Gustavo Serpa, e i fratelli cubano-statunitensi Jorge e José Mas (padroni dell’Inter Miami assieme a David Beckham), risulta oggi tra gli azionisti di maggioranza della squadra locale, il Real, che altrettanto curiosamente milita in Segunda Division, ovvero la stessa categoria del Burgos, il club che fa capo proprio a Figoli.
Ma al di là di tali coincidenze, la vicenda di Zaragoza fa ben capire come l’investimento nel calcio da parte di questi uomini d’affari (il discorso vale anche per Oughourlian e il Padova) costituisca spesso l’occasione per compierne altri in diversi settori. Non a caso, infatti, si dice che Figoli, con la sua Fenix Entertainment (una delle principali società organizzatrici di eventi dell’America Latina), potrebbe aver deciso di acquistare il club biancoscudato per poi stringere una qualche collaborazione con Zed, magari costruendo assieme quell’Arena della musica da 15 mila posti, per di più accanto all’Euganeo, di cui tanto si discute da anni.
Il passaggio di mano della compagine di viale Rocco (ora lo scrive pure chi, fino a poche settimane fa, si affrettava a smentire l’esistenza di qualsiasi trattativa) potrebbe essere già siglato entro la fine di questo mese. E pare che il businessman argentino si farebbe preferire all’imprenditore italo-statunitense Tevarotto non tanto per l’entità dell’offerta quanto piuttosto per la sua disponibilità a confermare pressoché in toto l’attuale management, a partire dall’ad Bianchi.
Postilla finale. Proprio da parte di chi, per mesi, si è affannato a negare il fatto che Oughourlian volesse lasciare, leggiamo bizzarri appelli a “vigilare, custodire, proteggere”, come se, qualora l’operazione andasse in porto, un finanziere dal patrimonio di un miliardo e mezzo di euro (di cui il Padova rappresenta lo 0,2%) non fosse poi eventualmente responsabile di aver venduto il club alla persona sbagliata.
Si annunciano, insomma, settimane piuttosto calde.
Dai Biancoscudo.

Davide D’Attino